Divorzio tra Ferruccio Ferragamo e Ilaria Giusti, la Cassazione annuncia che: “La separazione è da imputare alla donna e non le spetta il tenore di vita mantenuto precedentemente”, per lei assegno di 60mila euro. Sarà la corte di appello di Firenze ad avere l’ultima parola.
Si chiude la causa di divorzio di Ferruccio Ferragamo, presidente di Salvatore Ferragamo Spa, il cui patrimonio è stimato in circa 4 miliardi di euro e di Ilaria Giusti, che dopo la separazione si è trasferita a Londra con l’unico figlio, ormai maggiorenne, nato dal loro matrimonio.
La prima sezione civile, con l’ordinanza n. 25966, ha aperto infatti, alla richiesta di addebito nei confronti dell’ ex moglie del manager per via delle addotte infedeltà coniugali. Sarà la corte di appello di Firenze in sede di rinvio però ad avere l’ultima parola in merito alla vicenda.
La suprema corte non ha invece toccato l’assegno di 60mila euro al mese per la Giusti e i quasi 20mila per il figlio, stabilendo inoltre che il dovuto verrà aggiornato secondo il costo della vita nel Regno Unito.
Ma la decisione è interessante anche sotto il profilo giuridico. I giudici di legittimità, infatti, sottolineano che l’iniziale tolleranza da parte dell’imprenditore dell’infedeltà della moglie non è una ragione sufficiente per rifiutarne l’addebito alla luce delle ulteriori “storie” dell’ex prodotte in giudizio.
“L’accettazione, si legge nella decisione, da parte del ricorrente di comportamenti lesivi del dovere di fedeltà, tenuti dalla moglie alcuni anni prima della proposizione della domanda di separazione”, non esclude “la possibilità di far valere, quale causa di addebito, analoghi comportamenti tenuti successivamente dalla donna”.
Egli infatti “aveva chiesto di essere ammesso a provare che la predetta relazione era stata seguita da altre. In tal modo lasciando chiaramente intendere che la tolleranza da lui inizialmente manifestata era venuta meno, a causa della reiterata violazione del dovere di fedeltà che aveva determinato il fallimento dell’unione”.
Divorzio Ferragamo: l’assegno di mantenimento all’ex moglie
L’assegno di mantenimento, invece, non cambia. Almeno per il momento. Esso infatti, spiega la corte, segue ad un “approfondito esame della complessiva situazione patrimoniale e reddituale delle parti, sulla base del quale il giudice di secondo grado è pervenuto all’accertamento dell’esistenza di una notevole sperequazione economica tra i coniugi, tale da imporre il riconoscimento in favore della donna di un contributo idoneo a consentirle la conservazione dell’elevato tenore di vita goduto nel corso della convivenza”.
Tuttavia, e questo è un altro passaggio interessante, l’assegno per quanto molto elevato non è, e non deve essere, effettivamente commisurato alle “rilevantissime disponibilità patrimoniali e reddituali del ricorrente” o alle “capacità di spesa del nucleo familiare”, in quanto “oltre un certo limite, il riferimento a tale parametro si tradurrebbe nell’attribuzione di un contributo economico superiore a quello necessario per la soddisfazione delle sue esigenze, in contrasto con la funzione propria dell’assegno di mantenimento”.
Insomma, siccome la funzione dell’assegno consiste nel “mantenere uno standard di soddisfazione delle proprie esigenze non inferiore a quello precedentemente goduto una volta superato il predetto livello, le maggiori risorse di cui dispone il coniuge obbligato non possono comportare un incremento dell’importo dovuto, traducendosi altrimenti in un’ingiustificato arricchimento dell’avente diritto”.
Tali risorse, dunque, risultano “suscettibili anche d’impiego nella rispettiva attività professionale o imprenditoriale o di accantonamento a fini di risparmio o d’investimento”. Infatti, “pur concorrendo all’individuazione del livello economico complessivo del nucleo familiare e della sua collocazione sociale, non comportano un ulteriore innalzamento del grado di soddisfazione delle esigenze personali e di relazione dei suoi componenti”.
Chi è Ferruccio Ferragamo
Ferruccio Ferragamo nasce a Fiesole nel 1945 è il Presidente della Salvatore Ferragamo Spa. Inizia la sua carriera nel 1963 nell’azienda di famiglia, seguendo dapprima la produzione e i negozi di proprietà, per poi passare al settore amministrativo e finanziario.
Nel 1970 diventa Direttore Generale e nel 1984 Amministratore Delegato, incarico che lascia nel 2006 quando la famiglia decide di affidare l’amministrazione a un manager esterno. Oggi Ferruccio Ferragamo ricopre fra gli altri incarichi il ruolo di Presidente di Polimoda, di Consigliere di Amministrazione di Centro di Firenze per la Moda Italiana ed è Invitato permanente alla Giunta di Confindustria.