New York, il Metropolitan Museum of Art perde 27 capolavori dell’antichità.

Considerate dagli investigatori, come frutto di saccheggi, le opere torneranno ai Paesi d’origine la prossima settimana.

Tra queste, 21 furono rubate in Italia.

Metropolitan Museum di New York, la vicenda che ha portato al sequestro delle opere

Le antiche opere d’arte, anni fa, erano state acquistate dal prestigioso Museo di New York per celebrare la gloria dell’antica Roma, della Grecia e dell’Egitto.

Tuttavia questi capolavori, non potranno restare nel museo ancora a lungo poiché attraverso una serie di indagini, si è arrivati ad una inaspettata verità.

Gli investigatori del “District Attorney” di New York, infatti, hanno scoperto che tali capolavori sono il frutto di saccheggi e che, quindi, devono essere riconsegnate ai loro Paesi di origine.

Le autorità americane, hanno sequestrato in totale 27 opere d’arte dell’antichità.

Si tratta, in particolare, di manufatti in terracotta, risalenti a 2500 anni fa, antiche teste di marmo del 200 A.C., anfore d’epoca romana, greca e dell’Antico Egitto, diademi, elmi di tipo corinzio, statue bronzee di Giove.

Per circa mezzo secolo, questa pregiata collezione di oggetti antichi, è entrata a far parte dei capolavori del Met, il Metropolitan Museum of Art.

Tuttavia, come è stato accertato, i preziosi oggetti, erano stati rubati e adesso dovranno essere restituiti ai loro Paesi d’origine.

Quanto valgono le opere d’arte sequestrate

Il valore complessivo delle opere supera i tredici milioni di dollari, mentre, per quanto riguarda il valore dei ventuno pezzi italiani, si stima che esso ammonti a circa dieci milioni.

Questi importanti oggetti antichi, erano stati acquistati in un arco di circa quarant’anni.

Tutto cominciò intorno agli anni ’70, quando le opere furono acquistate dal museo di Manhattan attraverso una serie di mercanti d’arte, tra cui Gianfranco Becchina, gallerista in Svizzera finito successivamente sotto inchiesta da parte del governo italiano nel 2001.

Proprio il Met, molto tempo prima di sapere che Becchina fosse implicato in un giro illegale, aveva comprato da lui otto reperti ed è stata la stessa direzione del museo ad instaurare una lunga collaborazione con gli investigatori del distretto di Manhattan, per fare luce sulla presunta illegalità della provenienza delle opere.

Tra questi ventisette oggetti d’antichità, ventuno furono trafugati in Italia. Fino ad oggi, i capolavori sono stati tenuti sotto sequestro nel museo sulla Fifth Avenue, tramite un’operazione condotta a luglio, e di cui l’international Consortium of Investigative Journalists ha rivelato la storia.

La prossima settimana, queste opere d’arte torneranno a casa.

È prevista, infatti, una cerimonia per la riconsegna ufficiale degli oggetti ai Paesi d’origine, tra cui l’Italia. Una delle opere più pregiate è una tazza di terracotta del 470 A.C., del valore di 1,2 milioni di dollari, che era stata acquistata dal Met alla galleria di Becchina nel 1979.

Tra le opere sequestrate, vi sono anche, una testa di marmo raffigurante la dea greca Atena, risalente al 200 A.C. e una coppia di statue raffiguranti i personaggi della mitologia greca Castore e Polluce, valore 800 mila dollari, e ritenute realizzate durante l’Impero romano.

Inoltre, una statua di terracotta di una divinità greca, del 400 A.C., del valore 400 mila dollari, era stata donata nel 2000 da Robin Symes, mercante d’arte

In un’operazione a parte, gli investigatori hanno emesso un ordine di sequestro relativo anche ad una scultura in pietra raffigurante una divinità Hindu, acquisita nel 1993.

I furti di opere d’arte rappresentano un fenomeno in continua attività.

In circa dieci anni di indagini sono stati confiscati 6300 manufatti dell’epoca greco-romana, che risultavano rubati fin dall’inizio degli anni ’70.

Il procuratore distrettuale Alvin Bragg, a capo di un team che negli anni ha portato alla scoperta di circa duemila manufatti, accusa i musei, le case d’asta e i collezionisti privati di essere molto spesso consapevoli di avere opere di dubbia provenienza, tuttavia non sempre si interessano di analizzare a fondo la questione per smascherare il mercato della ricettazione.

Le accuse rivolte al Met, dagli esperti di traffici di oggetti antichi, riguardano lo scarso interesse manifestato nei confronti della provenienza dei manufatti acquistati nella galleria di Becchina quando, vent’anni fa, fu ricondotto a traffici illegali.

La direzione si è difesa, sostenendo di aver “ricevuto solo di recente”, dall’ufficio della procura distrettuale di Manhattan, la segnalazione degli oggetti considerati di dubbia provenienza, e di “aver subito collaborato”.

Inoltre, il Met ha aggiunto che “negli anni le procedure di acquisto sono cambiate”.