Si avvicina il fatidico 25 settembre, giorno delle elezioni, con il centrodestra che si presenta unito e continua ad attaccare il PD che, dal canto suo, deve difendersi anche dagli attacchi del M5s e “Azione” di Carlo Calenda: una situazione surreale come denuncia l’ex premier Romano Prodi che bacchetta i due leader politici, chiedendogli di concentrarsi sul vero avversario politico.
Prodi: “Se il centrodestra vincerà, prepariamoci a democrazia meno liberale”
Le prossime elezioni decideranno la coalizione politica che governerà l’Italia: dai sondaggi il centrodestra risulta favorito, mentre il centrosinistra appare più diviso con il PD che deve difendersi anche dagli attacchi di Calenda e 5Stelle. Una situazione surreale secondo Romano Prodi, come racconta in un’intervista al “Corriere della Sera”:
“Questi continui attacchi al Pd da parte di 5 Stelle e Calenda sono irragionevoli, ma soprattutto politicamente incomprensibili. C’è un vero accanimento: considerano il Pd come l’unico nemico. Ma dov’è la ragione? Non pensano anche al loro futuro? Che ritorno possono avere in un Paese con una maggioranza assoluta di destra? È questo il loro disegno? Lo trovo un atteggiamento surreale, postmoderno. L’alleanza era firmata e strafirmata. Poi Calenda ci ha ripensato. Evidentemente non si è voluto capire che è la legge elettorale che obbliga ad alleanze ampie. A destra, dove esistono diversità anche maggiori, l’hanno capito benissimo”
Una divisione che favorisce nettamente il centrodestra che, in caso di vittoria, sarebbe un bel problema per l’Italia, come spiega Prodi:
“I francesi commentano: noi abbiamo la Le Pen e la consideriamo erede di ideologie che mettono a rischio il nostro sistema; in Italia hanno la Meloni, che è più a destra della nostra Le Pen, ma non se ne preoccupano. Secondo i francesi, quindi, gli italiani preferiscono sempre stare a vedere. Probabilmente i francesi vedono giusto e io non posso non preoccuparmi pensando a quanto questo atteggiamento ci costerà. Urlare al lupo al lupo non serve. Ma va fatta una riflessione: dobbiamo riflettere sul modello di democrazia e di Stato che vorremmo e che rischiamo di avere. Non è certo quello ungherese o polacco il modello di democrazia europea! Se il centrodestra dovesse raggiungere i suoi obiettivi, questo porterebbe a una democrazia meno liberale. A un Paese che non tiene conto del futuro. Purtroppo siamo arrivati a questo anche per la responsabilità dei partiti tradizionali che hanno perso il contatto con i cittadini. Gli eventi di questi giorni dimostrano che i partiti basati su un leader personale hanno sempre una pericolosa volubilità istituzionale. In fondo, con tutti i suoi difetti e i suoi errori, il Pd rimane, come dice il suo nome, un partito democratico”
La guerra e il riarmo
Nel corso dell’intervista Romano Prodi ha parlato anche della guerra in Ucraina, aspetto delicato che dovrà essere affrontato dal nuovo governo, soprattutto per la questione del riarmo:
“Non ho mai amato il riarmo, ma è stata un’azione inevitabile. E non vedo elementi di cambiamento. Siamo in uno stato di necessità. Servirebbe una mediazione con Usa e Cina come protagonisti. Ma non c’è. Neppure questa orrenda trasformazione del conflitto in guerra di trincea sta portando a una trattativa”