Non si distendono gli animi tra USA e Cina per la questione Taiwan: dopo il viaggio di Nancy Pelosi a Taipei, gesto che aveva provocato ingenti esercitazioni militari da parte di Pechino e, proprio per questo, Washington ha approvato la vendita di 1,1 miliardo di armi a Taiwan. Inammissibile per la Cina, che chiede la revoca e annuncia che è pronta a prendere le contromisure necessarie.
Missili anti-nave e aria-aria: ecco le armi che gli USA venderanno a Taiwan
Come scrive il Washington Post, gli USA sono pronti a dare il supporto necessario a Taiwan nel caso di un’offensiva della Cina e, per questo, venderanno armi all’isola. Secondo il noto giornale statunitense, il Congresso ha approvato la vendita di 1,1 miliardo di armamenti a Taipei: gli Stati Uniti forniranno 60 missili antinave Harpoon per 355 milioni, 100 missili aria-aria Sindewinder per 85,6 milioni e oltre a 655,4 milioni per l’estensione di un contratto per la sorveglianza radar.
Questa è la quinta e più importante vendita di armi a Taiwan da parte dell’amministrazione Biden, come riporta il Washington Post: la notizia dell’accordo commerciale tra USA e Taiwan è stata confermata dal Pentagono che, inoltre, ha precisato che la decisione è stata approvata dal Dipartimento di Stato.
La risposta della Cina
La notizia della vendita di armi degli USA a Taiwan è ovviamente arrivata anche alla Cina. La decisione degli Stati Uniti non è piaciuta a Pechino che, se l’accordo non verrà revocato, promette conseguenze come afferma il portavoce Liu Pengyu in una nota:
“La Cina adotterà risolutamente le contromisure legittime e necessarie alla luce della situazione”
Non si allenta la tensione tra le due superpotenze mondiali sulla questione di Taiwan: gli Stati Uniti vedono in Taipei un’isola indipendente, mentre Pechino ne rivendica la sovranità. Proprio per questo motivo, l’accordo sulla vendita di armi tra Taipei e Washington è considerata dalla Cina una grave ingerenza: dopo il viaggio di Nancy Pelosi, Pechino aveva dato il via a imponenti esercitazioni militari e anche adesso è pronta a prendere le contromisure necessarie se quest’accordo non dovesse essere revocato.