Parola d’ordine: silenzio. L’obiettivo è quello di arrivare prima della Meloni non certo di replicare alle polemiche del terzo polo. Davanti agli attacchi e alle provocazioni del Terzo Polo e, in particolare, di Matteo Renzi la parola d’ordine al Nazareno è quella del “silenzio”. Sia Renzi che Carlo Calenda cercano lo scontro con il Partito Democratico “al solo scopo di autolegittimarsi”, spiegano dal quartier generale dem. Da giorni l’alleanza centrista Azione-Iv bersaglia Letta sui temi più vari, dalla crisi energetica al rapporto con i Cinque Stelle, che Renzi e Calenda dicono non essere stato del tutto archiviato dal Pd.
Il leader di Italia Viva è tornato ieri ad agitare davanti a Letta lo spettro del congresso in caso di sconfitta. Congresso che, in ogni caso, si farà poco dopo le elezioni visto che il mandato del segretario e, con esso, quello di tutti gli organi del Pd scade a marzo. “Penso che dal 26 settembre partirà il congresso del Pd perchè penso che la strategia di Letta lo porterà a una sonora sconfitta”, dice Renzi.
In ogni caso, il risultato del Partito Democratico, stando ai sondaggi, dovrebbe essere molto superiore a quello del 2018, quando il Pd toccò il suo minimo storico attestandosi al 18,1 per cento. “Qualche anno fa, dopo il trattamento Renzi, il Pd ha rischiato di fare la fine del Partito socialista francese e del Pasok greco. Allora la stessa esistenza del Pd era in pericolo perchè avevano provato a distruggerlo”, ricorda Letta. Matteo Renzi, dopo la débacle, si dimise da segretario e al congresso successivo vinse Nicola Zingaretti. Questa volta il risultato dovrebbe migliorare di sei o sette punti percentuali, a guardare i sondaggi. Ma l’obiettivo è quello di mettersi davanti a Meloni e Fratelli d’Italia. “Ce la giochiamo punto su punto senza tregua per vincere”, dice Letta. Il segretario del Pd, dunque, tira dritto e continua la sua corsa contro Giorgia Meloni.
Nel frattempo, il leader dem si tiene lontano da TikTok convinto di non essere il più adatto per quello strumento. Anche se sono in molti a scommettere che prima della fine della campagna elettorale ci avrà ripensato.