Luca Guadagnino era il più atteso dalla stampa italiana a Venezia 79 e la conferma è arrivata dalla fila chilometrica per accedere alla sala conferenze del Palazzo del Casinò. Il suo Bones and All ha diviso la stampa come nessun altro titolo fino a questo momento, probabilmente come i suoi film che hanno ormai una impronta autoriale tra le più riconoscibili in assoluto. Luca Guadagnino ci regala a Venezia 79 il primo vero film disturbante, un’opera dai molteplici strati di lettura che con la storia d’amore tra due cannibali vuole in realtà esprimere come anche per gli emarginati ci sia la possibilità di trovare una persona come loro. 

Un film quello di Luca Guadagnino che vuole essere dunque un racconto intimo, ma allo stesso tempo rivolto a tutti coloro che soffrono per la propria diversità. Un qualcosa che trova spesso un ascolto non nella propria famiglia, ma negli amici o nelle persone che si incontrano lungo il nostro percorso. Esseri che diventano parte integrante di noi come accade ai due protagonisti. Le interpretazioni di Timothée Chalamet e della giovanissima  Taylor Russell che sembra destinata a ripercorrere le orme dell’altra giovane stella del cinema mondiale Zendaya. A completare un cast stellare anche il premio Oscar Mark Rylance.

Luca Guadagnino esordisce subito spiegando che Bones and All è stato per lui un sogno: “Da quando sognavo di fare cinema immaginavo di esplorare il paesaggio americano, parlando con d. con cui siamo amici molto intimi abbiamo trovato l’opportunità di farlo” poi quando noi di TAG24 gli chiediamo di quale sia il raggio di sole che lo ha aiutato a superare i momenti bui risponde tra il serio e il divertito: “Il mio raggio di sole è poter lavorare con queste persone stupende, è la messa in scena. Non penso di essere mai una persona oscura, magari anche perché sono del segno del Leone”.

Settimo film per Luca Guadagnino ormai un nome spendibile a livello mondiale, ma che ancora sta cercando la sua identità: “Se sapessi chi sono sarei annoiato da me stesso, la mia ambizione è avere il controllo sul meccanismo della messa in opera del mio lavoro con tanti amici che mi aiutano a portare il risultato di un lavoro collettivo. Mi sento di essere soddisfatto”.

Russell e Chalamet: ”Con Luca Guadagnino raccontiamo gli emarginati”


Taylor Russell è giovanissima, ma sulle relazioni con le persone sembra avere le idee chiare : “Sto ancora cercando una persona speciale nella mia vita, ma questa è la bellezza di muoversi sulla terra. Il trovare persone con cui senti di avere una relazione profonda”, mentre l’attesissimo Timothee Chalamet insiste: “La mia tribù è stata capire che ci sono persone come me in tanti ospiti, ho perso mia nonna quest’anno e mi sono reso conto che quando aveva partecipato a un musical. Avendo genitori dal background così diverso mi sono reso conto che è difficile. Questo film è stato fatto durante la pandemia con la sensazione di essere isolati, quello che è successo ha rallentato la nostra comprensione del posto nel mondo. I nostri personaggi si isolano attraverso l’identità. Abbiamo lavorato con grandi attori, la formazione è stata formativa.”

Timothee Chalamet spiega che al momento non sta cercando l’amore: “Non so dal punto di vista dell’amore familiare, provo amore per gli amici, per Luca per la mia nuova amica Taylor. Per un altro tipo di amore sono ancora giovane. Vorrei prima diplomarmi”, poi sul film come metafora degli emarginati l’attore candidato all’Oscar è chiaro: “Il termine emarginizzato è fondamentale, ho questa idea dell’isolamento nel film di Luca che deriva dal successo. Nella pandemia pur essendo da solo abbiamo avuto bisogno dei contatti per capire chi siamo, nella sceneggiatura c’è una delusione per la vita”.

Timothee Chalamet: è giovanissimo e come tutti i grandi artisti vive sotto la lente d’ingrandimento “Taylor aveva detto in un’intervista che avrebbe voluto creare una pozione per eliminare il giudizio delle persone. La sensazione di essere giovane, credo valga per tutti e non posso immaginare cosa significhi essere giudicato dai social media”, mentre per Luca Guadagnino che lo ha voluto come produttore ha delle parole al miele “