Si scrive Dardust e si legge “successo”. Perché tutto quello che “tocca” il Re Mida della musica sembra trasformarsi in oro e non ha fatto eccezione la sua ospitata a La notte della Taranta tornata in Puglia dopo due anni di pandemia. Ottimo nell’esecuzione di “Sublime”, l’artista si è esibito in una notte magica che vantava un cast imperdibile. Tra gli altri ospiti, infatti, segnaliamo Samuele Bersani, che ha proposto “Lu ruciu de lu mare” e la hit “Chicco e Spillo”, Marco Mengoni con “Klama”, Elodie che ha ballato la “Pizzica di San Vito” con il corpo di ballo della Notte della Taranta, Madame che si è lanciata nella “Taranta di Fuecu”, Massimo Pericolo con “Signore del bosco” e Stromae che ha cantato “Alors on danse”.

Dardust, chi è

Al secolo Dario Faini, si tratta di un produttore e autore che ha contribuito al successo di tantissimi colleghi. Con la sua penna ha firmato canzoni come “Nuova era” di Jovanotti, “Andromeda” di Elodie, “Soldi” di Mahmood e “Voce” di Madame. In una bella intervista per Vanity Fair, parlando della sua musica Dardust ha dichiarato questo:

“Il suono del futuro è fluido, coraggioso, non vuole appartenere a generi o categorie: oggi, invece, le cose funzionano se sono facili da etichettare. Autore e cantante? Convivo da sempre con una doppia anima: il minimalismo del pianoforte e l’elettronica stracolma di contaminazioni. Mi dico: “Perché ancorare la creatività a degli schemi? Voglio essere libero!”. Così sono nati anche i miei due nuovi singoli per A1/Sony Masterworks: Parellel 43, ovvero il parallelo di Ascoli Piceno, la mia città natale tra restrizioni e barriere da infrangere, per ripartire da dove sono arrivato, e Dono per un addio, dedicato a mio padre, che è scomparso un anno fa. Mi sono messo al lavoro sul disco subito dopo la sua morte. Uscirà in autunno, preceduto da coppie di singoli.”

Dardust, i viaggi

La formazione musicale di Dardust, che sta dietro al successo dei suoi brani come autore e di quelli come artista, è davvero internazionale. Durante le fasi creative, il cantante marchigiano si è mosso da Berlino a Edimburgo fino a Reykjavík. Il paese che, però, lo ha influenzato di più è stato il Giappone su cui dice questo:

“Ho studiato il pensiero nipponico e ho scoperto due concetti che mi hanno aiutato moltissimo. Il primo, kintsugi, è l’arte di esaltare le ferite: all’origine c’è l’usanza di riempire con dell’oro le crepe delle porcellane, che vengono così saldate, creando nuova bellezza. È ciò che ho fatto io: invece di nascondere le mie cicatrici, le ho riempite con l’oro della musica. Il secondo concetto si chiama nintai: andare avanti, perseverare con pazienza nonostante una spada conficcata nel cuore; mi piace parecchio, perché dopo tanti traguardi raggiunti come produttore, attendo i frutti di un progetto mio, coraggioso e complesso.”

Il metaverso

Un artista che passa da Tokyo a La Notte della Taranta, la cui scaletta è stata questa, non può temere il futuro e infatti ha rilasciato dichiarazioni anche sul metaverso:

“Potrebbe diventare un mezzo a nostra disposizione per entrare ancora di più in contatto con chi ci segue. D’altronde la musica di oggi gode di ottima forma. Lo streaming e l’accesso agli strumenti per scrivere e produrre hanno portato a una democratizzazione del talento: chiunque riesce a emergere senza seguire per forza il solito percorso talent scout casa discografica distribuzione promozione; hanno poi permesso di abbattere le frontiere e infatti nel 2021 l’Italia ha brillato all’estero.”

Ecco il video di “Sunset on M” di Dardust: