Tragedia sfiorata in Argentina, dove un assalto armato alla vicepresidente Cristina Kirchner è fallito solamente per un problema ancora da chiarire all'arma da fuoco da cui sarebbero dovuti uscire gli spari. L'aggressore è stato poi arrestato dalla polizia. Un fatto analogo era accaduto qualche mese fa alla governatrice dello Stato di New York, Kathy Hocul.
Panico e shock in Argentina per quanto accaduto alla vicepresidente Cristina Kirchner: mentre stava rincasando scendendo dall'auto, le immagini televisive hanno mostrato chiaramente un uomo puntare una pistola nella sua direzione, tuttavia il meccanismo si è inceppato e i colpi non sono stati esplosi.
L'episodio accade nella capitale Buenos Aires, l'uomo si fa largo tra la folla nel tentativo di ottenere un autografo per il libro recentemente pubblicato dalla stessa Kirchner (un'autobiografia), prima di estrarre l'arma nel momento in cui ha avuto campo libero per sparare. A raccontare i dettagli dell'accaduto è il ministro dell'Interno Alberto Anibal Fernandez:
Il presidente Alberto Fernandez ha poi commentato così l'accaduto:
Nel frattempo, sul territorio argentino è stata proclamata festa nazionale, con tutte le attività sospeso - anche quelle sportivo - perché come lo stesso Fernandez ci ha tenuto a sottolineare, era importante "dare la possibilità a tutti di manifestare in pace". Un tentativo perfettamente riuscito visto che tutto il popolo argentino si è presto riversato per le strade in segno di forte protesta contro il tragico episodio di quest'oggi.
Per capire la portata del fenomeno bisogna inquadrare il personaggio di Cristina Kirchner, la politica più potente degli ultimi vent'anni nel panorama argentino. Presidente dal 2007 al 2015 e ora vicepresidente, la 69enne di La Plata è sotto processo con l'accusa di frode e corruzione in merito all'assegnazione di alcuni appalti pubblici a Santa Cruz, nel sud del Paese. L'accusa ha chiesto una condanna a 12 anni di reclusione e l'interdizione a vita dai pubblici uffici.
Intanto arrivano manifestazioni di solidarietà anche dal partito di opposizione, Insieme per il Cambiamento, dal presidente venezuelano Maduro e dalla FPF, la Federcalcio argentina: