Avanti tutta! Il Governo Draghi non ascolta la critica di Giorgia Meloni, secondo la quale “non si doveva andare avanti” sulle trattative per la cessione di Ita, in attesa del voto. Oggi l’esecutivo fissa 11 obiettivi del Pnrr da realizzare a settembre: tra questi il decreto delegato sui balneari, la riorganizzazione del sistema scolastico e la riforma degli istituti tecnico professionali (sulla scuola potrebbe anche essere utilizzato lo strumento del decreto legge).
Complessivamente a settembre e ottobre il Governo intende raggiungere il traguardo di 29 obiettivi del Pnrr realizzati sui 55 previsti entro fine anno. Per i restanti 26 ci penserà il primo Governo della nuova legislatura.
Sui balneari il Parlamento ha approvato in via definitiva la legge sulla concorrenza ad inizio agosto. La norma prevede le gare delle concessioni balneari, che dovranno essere istituite nel giro di un anno e mezzo dai comuni. Per il decreto delegato attuativo c’e’ tempo fino a gennaio 2023, ma il Governo ha deciso di vararlo a settembre.
Il Presidente del Consiglio ha invitato i ministri e le strutture tecniche “a continuare a lavorare sodo, per raggiungere quanti più risultati possibili nei prossimi due mesi”. L’obiettivo – spiegano a palazzo Chigi – è “consentire a fine ottobre di ridurre al minimo l’arretrato e soprattutto di dare piena attuazione ai provvedimenti introdotti dal Governo”.
Crisi energia. La scuola
Sulla scuola Governo Draghi conferma che non esiste l’ipotesi di un ritorno alla Dad, neppure nell’ambito del piano di risparmio energetico. La riorganizzazione del sistema scolastico, che potrebbe essere varata con decreto legge, intende intervenire su due aspetti strategici: il numero delle studentesse e degli studenti per classe e il dimensionamento della rete scolastica.
Il numero degli iscritti alle scuole diminuirà nei prossimi anni a causa della denatalità, comportando una riduzione della necessità di personale scolastico: uno scenario che offre l’occasione per ripensare l’organizzazione del sistema scolastico. Il risultato finale sarà una riduzione del numero medio di studentesse e studenti per classe, a vantaggio della qualità dell’insegnamento
Ci sarà anche la riforma degli Istituti tecnico-professionali. Si mira ad allineare i curricula degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese, in particolare verso l’output di innovazione del piano nazionale Industria 4.0 e la profonda innovazione digitale in atto in tutti i settori del mercato del lavoro.
L’elevata qualità del curriculum offerto incoraggerà l’occupabilità, grazie anche all’armonizzazione dei programmi di formazione in base alle esigenze di ciascun territorio. La riforma investe sul capitale umano in un approccio mirato e adeguato alle condizioni geografiche, economiche e sociali di ogni contesto locale, con benefici diretti di breve e lungo termine sulle potenzialità di crescita del Paese.