Vittorio Gassman a 100 anni dalla nascita. Ci sono stature che non si possono raggiungere neppure mettendo i tacchi. Anzi, visto che parliamo di miti e di teatro (e cinema) neppure indossando le piattaforme come già facevano gli attori greci antichi per sembrare più alti. Chi svetta in questo caso sopra ogni altro è l’inarrivabile Vittorio Gassman che, proprio oggi, avrebbe compiuto 100 anni.
Lungo il corso del 2022 in tutta Italia ci sono state manifestazioni ed eventi che ne hanno ricordano il genetliaco e questo restituisce la cifra di quanto ancora questo attore, sornione e ieratico allo stesso tempo, abbia un grande posto nel cuore degli italiani.
Chi era Vittorio Gassman
Nato a Genova da un ingegnere tedesco e da mamma italiana, prima di approdare a Roma Vittorio Gassman peregrinò per l’Italia al seguito del padre. Qui frequentò prima il liceo Tasso e poi l’Accademia d’Arte Drammatica, iniziando subito a lavorare in teatro e qualche anno dopo debuttando nel cinema
Per festeggiare i 100 anni dalla nascita di Vittorio Gassman questa sera alla casa del Cinema di Roma sarà proiettato in suo onore il documentario di Fabrizio Corallo “Vittorio, re della commedia”. Alla Mostra del Cinema di Venezia invece sarà proiettata la versione restaurata di “La marcia su Roma” diretto da Dino Risi dove recitò con Ugo Tognazzi, altro gigante del cinema italiano.
Un gigante perfezionista e contorto
Ma cosa ricordiamo di Vittorio Gassman, a 100 anni dalla nascita? Di certo il suo perfezionismo maniacale, ma anche il carattere contorto, l’irrequietezza, la simpatia e l’illuminata tristezza dello sguardo.
Il suo debutto fu a Roma, nel 1943 quando giovanissimo recita ne “La nemica” di Niccodemi al fianco di Alda Borrell. Poi con Ernesto Calindri e Tino Carraro fa compagnia al Teatro Eliseo. Con l’aiuto di Luchino Visconti emerge in teatro diventando un nome di grido dei cartelloni, e poi, negli anni Cinquanta, il successo gli irride anche al cinema e lo fa nel modo più clamoroso. Mario Monicelli gli affida una parte in “I soliti ignoti” del 1958 e da allora la sua carriera non si è arrestata.
Entra in scena il Mattatore
La carriera di Gassman prende il volo: arriva anche in Tv dove conduce il programma Il Mattatore che poi diventerà il suo soprannome ufficiale. Lo esige anche la scena internazionale dove primeggia in film come “Guerra e pace” di King Vidor (1956). Il suo ambiente naturale resta però la commedia dove, confrontandosi con il genio di registi come Risi, Monicelli, Scola, diventa un vero e proprio mito.
Calcherà fino all’ultimo le tavole dei palcoscenici teatrali, ma il grande pubblico lo ricorda per una lista quasi infinita di capolavori cinematografici: “La grande guerra” (Mario Monicelli, 1959), “Il sorpasso”(Dino Risi, 1962) “I mostri” (Risi, 1963) “L’armata Brancaleone” (Monicelli, 1966), fino a “C’eravamo tanto amati” (Ettore Scola, 1974).
Da non dimenticare i ruoli drammatici come in “Caro papà”, “Il deserto dei tartari”, “La terrazza” e soprattutto “Profumo di donna” che gli valse la Palma d’oro a Cannes.
Più in là nel tempo, sempre più schivo e intimidito da contesti chiassosi, si rifugiò nei recital di poesie, nella formazione dei giovani attori (la sua “Bottega” diretta a Firenze dal 1979 al 1991), nelle letture dantesche.
Oggi primo settembre di Vittorio Gassman, a 100 dalla nascita, celebriamo l’estro istrionico di una persona colta, elegante, preparata, umile, un volto di quell’Italia che il mondo intero ama.