Il leader di Confindustria Carlo Bonomi ha parlato in un’intervista radiofonica della crisi economica che sta attraversando il nostro Paese, parlando in particolar modo di aziende e gas.

Bonomi: “Non si può aspettare un nuovo governo”

“Quello che noi stiamo affrontando è un terremoto economico, il governo può e deve intervenire, non possiamo aspettare due mesi per l’arrivo del nuovo governo per affrontare un problema di questa dimensione, che vuol dire mettere a rischio il sistema industriale italiano, mettere a rischio il reddito e l’occupazione delle famiglie. Oggi l’industria è un tema di sicurezza nazionale”.

Ha parlato poi sul taglio del cuneo fiscale.

“Si può fare, si deve fare e non accetto ci sia la narrazione che non ci sono risorse. Ho sentito tutti i partiti dire che sono d’accordo e i ministri di questo governo sono espressione di quei partiti. Se si vuole davvero fare il taglio del cuneo, mettere più soldi in tasca agli italiani, lo possono fare domani mattina. Il parlamento è ancora nel pieno delle sue funzioni. Non c’e’ una soluzione che possa risolvere decenni di errori economici. Abbiamo bisogno di soluzioni congiunturali ma soprattutto strutturali mentre si continua a fare interventi trimestrali

Sul mancato invio del gas della Russia

Se la Russia smettesse di fornire gas “avremmo un buco di 4 miliardi di metri cubi, che resterebbe scoperto anche dagli stoccaggi nazionali al 90%, e quindi se dovessero mancare quei 4 miliardi e fossero tutti incidenti sull’industria, vorrebbe dire spegnere quasi un quinto dell’industria italiana“.
  

Secondo il presidente di Confindustria questo è “Motivo per cui dobbiamo pensare, scenario peggiore, ad una strategia di razionamento”, con “una scelta politica su cui chiediamo grande responsabilità perché spegnere il sistema industriale significa mettere a rischio migliaia di imprese e posti”.

Su un tetto nazionale per il prezzo del gas.

Il tetto al prezzo del gas se non viene fatto a livello europeo va fatto a livello nazionale, da un anno Confindustria lo sta chiedendo. La necessità non è legata al conflitto ucraino, il mio primo intervento sul caro energia è stato un anno fa, inoltre Portogallo e Spagna che lo hanno applicato pagano oggi la metà dell’energia rispetto al costo italiano che tra quelli europei è il più alto”.