Il caro energia e il problema relativo alla siccità degli ultimi mesi ha causato un problema non da sottovalutare, ovvero l’aumento dei prezzi nel comparto agricolo. Dati confermati da Coldiretti che ha analizzato anche l’impatto dell’inflazione sull’aumento complessivo dei costi di prodotti alimentari e delle bevande.
I numeri degli aumenti sul comparto agricolo
I prezzi salgono con un complessivo medio del +10,2% che ha costretto gli italiani a tagliare gli acquisti in quantità nel carrello della spesa. Coldiretti analizzando gli ultimi dati Istat relativi all’inflazione ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente ha evidenziato un balzo generale dell’8,4% raggiunge il top dal 1985. Tutto questo, quindi, costerà alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità, secondo le proiezioni della Coldiretti. I prezzi dei beni alimentari non lavorati come frutta e verdura aumentano su base annua del +9,7% anche per effetto delle speculazioni che sottopagano le produzioni agli agricoltori e fanno triplicare i prezzi dell’ortofrutta dai campi alla tavola.
Inflazione Coldiretti. L’impatto sulla spesa degli italiani
Viste le difficoltà economiche, la conseguenza è il taglio degli acquisti di frutta e verdura che crollano nel 2022 dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo. Gli italiani, quindi, hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si registra addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance, considerate unanimemente un elisir di lunga vita.
L’impatto sul mercato estero
A spingere i rincari è però anche l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero è il fatto che nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo +29%, aprendo la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno.
Le prime dichiarazioni
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha analizzato la questione a margine dello studio: “Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.