Nel nuovo romanzo di J.K. Rowling la trama ruota intorno a una donna accusata di transfobia, proprio come la stessa autrice di Harry Potter.
J.K. Rowling, in The Ink Black Heart un personaggio perseguitato perché accusato di transfobia
J.K. Rowling non smette di alimentare discussioni e polemiche.
La creatrice della serie di Harry Potter ha da poco pubblicato il suo ultimo romanzo, The Ink Black Heart, sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith. Si tratta del nuovo capitolo della serie incentrata sul personaggio di Cormoran Strike. A far discutere è la trama dell’opera, che ruota intorno a Edie Ledwell, la creatrice di un popolare cartone animato su YouTube, che vede i propri fan rivoltarsi contro di lei dopo che il cartoon viene accusato di contenuti razzisti, discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e transfobia. La donna subisce minacce di stupro e di morte, per poi venire effettivamente uccisa.
In molti hanno trovato delle similitudini con le vicende recenti della scrittrice la quale, però, ha smentito durante un’intervista.
“Voglio essere molto chiara dopo quanto successo nel corso dell’ultimo anno: il libro non parla di quei fatti. Ho scritto il romanzo prima di subire quegli attacchi su internet. Ne ho parlato con mio marito, e gli ho detto che temevo che la gente avrebbe pensato che il libro fosse una specie di reazione a quello che mi era successo, ma posso dire in tutta onestà che non è così. Ho terminato la prima bozza del romanzo quando alcune di quelle cose erano appena accadute”.
Tuttavia, non tutti hanno creduto alla smentita della scrittrice, con il Sunday Times e il Telegraph, che nelle recensioni del romanzo hanno evidenziato le connessioni tra la finzione e la realtà, giudicando negativamente l’opera della Rowling.
Le accuse e le polemiche nella vita reale
La Rowling è entrata nell’occhio del ciclone a seguito di alcune dichiarazioni pubbliche o sui social condannate dall’opinione pubblica come transfobiche.
Su Twitter, durante la pandemia, la scrittrice ha attaccato il titolo di un articolo sulla parità sanitaria che recitava così: ‘Creare un mondo post-Covid-19 più equo per le persone che hanno le mestruazioni’. La Rowling ha quindi risposto con un post sarcastico: “Le persone che hanno le mestruazioni’. Sono sicura che ci fosse una parola per quelle persone ― ha twittato ― Qualcuno mi aiuti. Wumben? Wimpund? Woomud?”, riferendosi al termine inglese ‘women’ cioè, appunto, ‘donne’. Come è stato fatto notare, in questo modo la scrittrice avrebbe implicitamente riconosciuto come appartenenti al genere femminile solamente coloro che hanno le mestruazioni, escludendo, quindi, non solo le donne in menopausa, ma anche le donne transgender.
Successivamente, nel giugno del 2020, l’autrice inglese ha pubblicato un lungo comunicato nel quale si è detta “preoccupata dal nuovo attivismo transgender”.
Esternazioni che non solo le hanno inimicato una consistente fetta dei suo fan, ma hanno anche danneggiato, forse irrimediabilmente, i rapporti con le star della saga cinematografica di Harry Potter, che hanno preso le distanze da lei, al punto da non farla comparire nella reunion organizzata all’inizio del 2022.
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