Mangia vongole raccolte in spiaggia e si sveglia paralizzata: è l’incubo di Kim Taia, salvata in ospedale dopo 12 ore in Nuova Zelanda.
Bisogna sempre prestare la massima attenzione alla provenienza dei pesci e dei molluschi e alle modalità con le quali questi vengono mangiati.
Questo oggi lo sa bene Kim Taia, una donna neozelandese che oggi è viva per miracolo dopo essere rimasta paralizzata per 12 ore per aver raccolto delle vongole in spiaggia e per averle ingerite crude.
Nel giro di poche ore Kim è rimasta paralizzata per via del veleno paralizzante dei bivalvi, una biotossina che viene prodotta da una micro alga, la quale può contaminare le vongole e i molluschi e colpisce il sistema nervoso provocando delle conseguenze che possono andare da lievi formicolii fino alla paralisi e alla morte.
Il fatto è avvenuto a Maketu, in Nuova Zelanda, sulla costa della baia dell’Abbondanza, nell’Isola del Nord e l’incubo vissuto dalla donna per fortuna è finito grazie ai medici, dopo ben 12 ore di paralisi.
La donna neozelandese ha vissuto una terribile esperienza e corso un grave pericolo per la sua salute, rischiando la morte. Per questo motivo, infatti, Kim ha voluto condividere la sua storia in modo da “sensibilizzare la popolazione sui rischi di mangiare molluschi e vongole non controllati“.
Mangia vongole raccolte in spiaggia e si sveglia paralizzata: ecco la storia di Kim Taia
Kim Taia ha raccolto le vongole sulla spiaggia di Little Wahi, a Maketu, in Nuova Zelanda, finendo paralizzata per ben 12 ore e sopravvivendo solamente grazie all’intervento dei medici.
Perciò la donna neozelandese ha voluto lanciare un monito a tutte quelle persone che giornalmente fanno uso e mangiano pesci e molluschi crudi, senza pensare o senza conoscere le conseguenze a cui vanno in contro.
Ecco, dunque, la storia raccontata dalla stessa Kim Taia:
“Avevo raccolto le vongole sulla spiaggia di Little Waihi Beach. Il giorno dopo quando mi sono svegliata ero intorpidita. La mia testa ha iniziato a intorpidirsi e mi sentivo stordita, non riuscivo a parlare chiaramente e avevo le vertigini, ma poi ho iniziato a perdere la sensibilità alle mani e alle braccia, mi chiedevo cosa non andasse.
Mi sentivo come se fossi sotto anestesia, sempre più debole. Il mio respiro stava rallentando e pensavo che sarei morta, a un certo punto non riuscivo più a muovermi né a respirare”.
La donna neozelandese dopo aver mangiato le vongole raccolte in spiaggia era andata a dormire, per poi svegliarsi il mattino seguente completamente paralizzata.
Non riusciva a parlare, ma il figlio si è subito accorto delle sue condizioni e ha chiamato l’ambulanza. La donna è stata trasportata in ospedale, dove i medici si sono occupati di lei.
Dopo 12 ore gli effetti della biotossina hanno cominciato ad affievolirsi, in seguito alle cure dei sanitari, e perciò Kim ha iniziato piano piano a riprendersi, dopo una paralisi che è stata lunga ben 12 ore.
Che cos’è il veleno paralizzante dei bivalvi
Il veleno paralizzante dei bivalvi, anche conosciuto come saxitossina o STX, è una potente biotossina che viene prodotta dal alcune micro alghe, conosciute con il nome di dinoflagellate.
Questa tossina è responsabile della sindrome da molluschi bivalvi, anche nota come Paralityc Shellfish Poisoning (PSP), la quale causa dei sintomi sull’uomo che possono variare da dei lievi fomicolii o leggeri intorpidimenti alle labbra, fino anche alla paralisi respiratoria o, in casi estremi, la morte.
Il veleno paralizzante dei bivalvi ha colpito anche Kim Taia, che, per fortuna, è rimasta viva per miracolo, grazie all’intervento da parte dei medici. Ma a quest’ora la situazione sarebbe potuta essere diversa.
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