Non sono neanche le 6 di mattina quando un’ostetrica dell’ospedale San Gerardo di Monza, poco prima di iniziare il turno, trova in una scatola di scarpe del parcheggio della struttura una neonata abbandonata. Dopo alcune visite mediche, la piccola è stata affidata ai servizi sociali, dove si trova attualmente, mentre la polizia è impegnata nella ricerca della madre, che ha dieci giorni di tempo per riconoscere la figlia. Solo se non saranno accertati legami di parentela fino al quarto grado si aprirà la procedura di adottabilità.

Neonata abbandonata in un ospedale di Monza: i fatti

È successo attorno alle 5.20 del mattino, quando tutto è ancora avvolto dal silenzio e dal buio. Un’ostetrica della Fondazione San Gerardo di Monza era uscita dalla porta di servizio sul retro dell’ospedale per una breve pausa prima dell’inizio del turno, quando ha sentito dei rumori. “Ho sentito dei vagiti, come dei gemiti, che hanno attirato la mia attenzione”, ha poi raccontato la donna, che avrebbe deciso di seguire i lamenti, fino a un’auto parcheggiata quasi davanti l’ingresso del Pronto Soccorso: una vettura rossa senza nessuno dentro. Lì, sul cofano, avrebbe trovato una scatola di scarpe marrone e scoperto una neonata abbandonata. La piccola era nata da sei ore, come hanno accertato le visite mediche alle quali è stata subito sottoposta dalla struttura, che ha poi deciso di chiamarla Alice, come l’ostetrica che l’ha salvata.

Di lei si sanno poche cose: era avvolta in una copertina con dei fiori azzurri e indossava un pannolino con scritto Superstar; i tratti sono sudamericani e le sue condizioni di salute sono buone, come hanno accertato i medici. Ciò che resta un mistero agli occhi degli investigatori è chi siano i genitori della piccola, che sono ora ricercati dalla polizia, subito allertata dall’ospedale al momento del ritrovamento. “Da padre mi sono emozionato e immedesimato umanamente per quanto stava accadendo e intimamente abbiamo gioito perché tutto stava volgendo al meglio per il bene della piccola” ha detto all’agenzia Ansa uno dei poliziotti intervenuti, adesso impegnati nella ricostruzione dell’abbandono attraverso le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona per capire se a compiere l’atto sia stata la madre o qualcun’altro. Ma qual è ora il destino della piccola Alice?

Il destino della piccola e della madre

La neonata è stata affidata ai servizi sociali e si troverebbe adesso presso la Fondazione “Monza e Brianza il bambino e la sua mamma, di cui l’ospedale San Gerardo è socio fondatore, in attesa degli sviluppi investigativi, che potrebbero anche non essere immediati. Dal punto di vista legale, come riportato dall’edizione milanese di Repubblica, che ha parlato con l’avvocato Sara Carsaniga, esperta di diritto di famiglia, “in questi casi l’ospedale offre il ricovero immediato mentre la procura indagherà sulle ipotesi di reato e sarà il tribunale dei minori a dover decidere sul suo futuro”. Mentre, per arrivare allo stato di adottabilità, “bisognerà certificare lo stato di abbandono, che non è solo fisico, ma anche giuridico. Bisogna capire chi è la madre, se ha dei parenti fino al quarto grado oltre ai genitori”.

“Ci vorrà tempo, e nel frattempo la piccola sarà collocata in una casa famiglia o da una famiglia collocataria”. La madre, nel frattempo, potrebbe ripensarci visto che, secondo la legge italiana, “chiunque partorisca in ospedale ha dieci giorni di tempo per poter riconoscere il proprio figlio, senza incappare in un reato e, se la madre viene identificata, ha diritto sempre ad avere la notifica dell’adottabilità”. Quando ciò accade, il tribunale dei minori può scegliere la famiglia a cui concedere il preaffido di un anno prima dell’adozione definitiva. “I requisiti generali sono che i due richiedenti devono essere sposati da minimo 3 anni (inclusa la convivenza se certificata), devono risiedere in Italia e devono aprire la procedura in cui i servizi sociali attestano le loro capacità, il loro livello economico, la loro affidabilità. E ci sono dei limiti di legge sulla soglia minima e massima di differenza di età tra l’adottato e i potenziali nuovi genitori”.