Ancora caccia ai delfini in Giappone. Quello giapponese è un popolo meraviglioso: altero, elegante, riservato, colto. Purtroppo la sua industria alimentare si comporta in modo meno corretto, nascondendosi dietro a leggende metropolitane che giustificherebbero lo scempio di animali. Per questo quando si sente dire “caccia ai delfini in Giappone” i brividi corrono lungo la schiena.
La caccia ai delfini in Giappone
Purtroppo, accanto ai delfini, occorre anche mettere le balene: il mondo intero non è ancora riuscito a bloccare la caccia anche ai grandi cetacei che quindi continuano ad essere messi in pericolo di estinzione da poco chiare campagne scientifiche che altro non sono se non mattanza ingiustificata.
Dunque dal 1° settembre in Giappone riparte la caccia ai delfini. E il periodo che i pescatori giapponesi si sono liberamente attribuiti è piuttosto lungo: si parla di marzo del 2023. Quindi abbiamo davanti sette lunghi mesi durante i quali questi straordinari animali faranno bene a rifugiarsi lontani dalle coste del paese del Sol Levante.
Battute di caccia sanguinarie
Le battute di caccia ai delfini hanno contorni piuttosto macabri e livelli di violenza inaudita. I pescatori, individuato il branco di cetacei, lo accerchiano e battono con forza i remi delle loro imbarcazioni sull’acqua per disorientare e spaventare gli animali. Poi, dopo averli spinti in un luogo prestabilito, selezionano i giovani delfini (sono merce rara e possono valere fino a 50mila euro l’uno) mentre il resto del branco viene sterminato.
Colpevole chi ruba, ma anche ti tiene il sacco
Ricordando il vecchio dilemma dell’uovo e della gallina ci sarebbe da capire chi viene prima: l’offerta di mercato oppure la richiesta? Questo per dire che, se da una parte in Giappone c’è chi non intende minimamente rinunciare alla caccia alle balene e ai delfini sostenendo che queste sono parte integrante della loro cultura (come il calcio per gli italiani, ma che differenza!) dall’altra parte ci sono paesi che ritengono la carne di delfino una ghiottoneria irrinunciabile. E, allora, se la caccia ai delfini in Giappone riparte, ricordiamoci che la Cina è il principale mercato che richiede le carni di questi cetacei ritenendola deliziosa. Ma anche la Russia è una grande divoratrice di delfini al pari di Thailandia, Messico, Vietnam, Turchia, Egitto e Tunisia.
La polizia difende i pescatori
Nella città portuale di Taiji, luogo nel quale ogni anno si apre la caccia ai delfini e che si trova nella parte sud occidentale dell’arcipelago giapponese, le autorità locali hanno istituito una stazione di polizia temporanea con il compito di vigilare sulle eventuali azioni di protesta organizzate da attivisti animalisti che si oppongono alla mattanza dei delfini.
Insomma, per quanto riguarda la caccia ai delfini in Giappone non mancheranno proteste delle istituzioni internazionali e, chiaramente, di tutte le associazioni di volontariato e degli attivisti per fermare questa che è una delle tradizioni più esecrabili per un Paese che si voglia dire moderno. Anche perché le ultime stime, poiché non è possibile avvicinarsi ai luoghi della caccia si può parlare solo numeri ipotetici, parlano di poco meno di 1.500 animali uccisi nel corso della stagione di caccia.