Appalti truccati al Miur, ecco cos’è successo.
Si è appena chiusa l’indagine sulla presunta corruzione negli appalti del Ministero dell’Istruzione, Miur, che era stata avviata lo scorso anno, a settembre del 2021 con l’arresto di un imprenditore.
L’inchiesta per corruzione è stata condotta dalla Guardia di Finanza ed ha condotto ad altre 14 persone, tra cui Giovanna Boda.
Giovanna Boda, in qualità di ex capo del Dipartimento per risorse umane del Ministero dell’Istruzione, è indagata per corruzione e illeciti negli appalti pubblici scolastici, in concorso con altre persone.
Appalti Miur pilotati per 23 milioni di euro, ecco quanto ha guadagnato Giovanna Boda
Secondo la questura, Giovanna Boda, insieme ad altre persone, hanno accettato delle tangenti e regali di ogni sorta per affidare alcuni appalti.
La chiusura delle indagini, ha permesso di quantificare quanto è stato guadagnato in totale.
Si tratta di una cifra di oltre 3 milioni di euro di mazzette in cambio di appalti per 23 milioni di euro.
Questo il volume dei soldi conteggiati dalla procura, che sono finiti nelle tasche di Giovanna Boda e di altri componenti del suo staff.
Tra i regali preposti al fine della corruzione, sono stati individuati un motorino e un computer, ma anche doni molto più impegnativi come lavori di ristrutturazioni, viaggi, automobili a noleggio, trattamenti medici, l’affitto di appartamenti o case in montagna.
Tra il 2018 e il 2021, era stato l’imprenditore e psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco, a pagare le mazzette.
Tutto fa ipotizzare che si trattasse di un piano studiato, messo in atto dall’imprenditore Bianchi di Castelbianco che, agendo in questo modo, dall’interno degli uffici di viale Trastevere, sarebbe riuscito a mettere le mani su appalti milionari per progetti scolastici.
Sempre secondo la procura il referente dell’imprenditore, all’interno del Miur, era appunto Giovanna Boda.
Adesso, i due, insieme ad altre 13 persone, rischiano di finire a processo.
I reati imputatigli, vanno dalla corruzione alla rivelazione del segreto d’ufficio fino alla turbata libertà d’incanti.
Con la chiusura delle indagini da parte del Pm Carlo Villani, si prelude la richiesta di invio a giudizio.
Chi è Giovanna Boda
Giovanna Boda, oggi indagata per corruzione, è stata per anni, a capo del Dipartimento risorse umane, finanziarie e strumentali presso il ministero dell’Istruzione, il Miur.
Nata a Casale Monferrato il 26 marzo 1974, Giovanna Boda ha conseguito una laurea in psicologia dello sviluppo alla Sapienza, e ha successivamente conseguito un dottorato in psicologia sociale a Padova.
Prima di iniziare la collaborazione con il Miur, vinse un concorso da ricercatrice in psicologia sociale, fino a quando, ottenne nel 2001 la nomina di consulente per la direzione generale per lo studente e nel 2006 gli furono affidate alcune funzioni di dirigente amministrativo presso la Direzione per lo studente del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca.
Successivamente, viene nominata invece direttore dell’Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo, nel 2011 e l’anno seguente ottiene l’incarico di direttore generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione del ministero dell’Istruzione.
Tra il 2013 e il 2014, inoltre, ottiene l’incarico di direttore generale per la Regione Toscana.
La sua lunga carriera è piena di importanti riconoscimenti e titoli ottenuti.
Eppure, l’indagine condotta dal Pm carlo Villani, descrive un’altra immagine della donna.
Oggi, Giovanna Boda è l’ex capo dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione, indagata per corruzione e appalti illeciti.
Nel pomeriggio del 14 aprile del 2021, Boda ebbe un incontro con il suo avvocato e proprio in quell’occasione, tentò il suicidio lanciandosi dalla finestra del secondo piano nel cortile di uno dei palazzi di Piazza della Libertà e fu ricoverata in gravissime condizioni al Gemelli di Roma.