Girava in monopattino elettrico e violentava donne: per questo era stato chiamato il “violentatore in monopattino“. Ora è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale su quattro donne dalla Squadra mobile di Milano: si tratterebbe di un 21enne con precedenti per maltrattamenti sulla madre.

Quattro le vittime del violentatore in monopattino: i racconti choc e l’identificazione

Io ero paralizzata nel corpo, ma per fortuna ho avuto la prontezza di urlare, non ho detto parole, ma urlavo, ad un certo punto si è sentito lo scatto di un portone. Appena il mio aggressore ha sentito il rumore mi ha lasciato a terra, si è alzato, è corso verso il suo monopattino ed è scappato.

Questo è solo uno dei racconti messi a verbale da una delle vittime, una 23enne aggredita all’uscita dalla palestra dal violentatore seriale arrestato nelle scorse ore dalla Squadra mobile di Milano con l’accusa di violenza sessuale su quattro donne, tra i 19 e i 33 anni. Si tratterebbe di un giovane di 21 anni, Matteo Angelo Errigo, già noto alle forze dell’ordine e con precedenti per maltrattamenti sulla madre, soprannominato il “violentatore in monopattino”. Avrebbe infatti applicato sempre lo stesso schema: avrebbe seguito le vittime a bordo di un monopattino elettrico, nelle zone centrali della città, e poi le avrebbe aggredite, costringendole a subire atti sessuali per poi scappare alla guida del mezzo. Decisive nell’inchiesta, che vede al centro diversi episodi di violenza, compiuti dall’aggressore tra il maggio e il giugno scorso, le immagini delle telecamere di sorveglianza, che avrebbero ripreso alcuni degli abusi. Utili ad identificare il giovane anche il confronto con le descrizioni delle vittime, i suoi accessi alla metropolitana, il suo abbigliamento e l’acquisto di un monopattino simile a quello ripreso sulle scene dei delitti.

Una delle vittime, una 19enne, che ha subìto gli abusi in via Vallarsa, ha raccontato di essere stata aggredita alle spalle mentre era “concentrata” sullo schermo del telefono e di essere stata buttata a terra. Agli agenti aveva anche fornito una descrizione dell’aggressore: con accento milanese, t-shirt e bermuda, monopattino nero con una striscia arancione fluo sul davanti. Poi era toccato a una 33enne in via Ripamonti, che ha raccontato che il 21enne si sarebbe avvicinato per chiederle delle informazioni, per poi spingerla a terra approfittando di un suo momento di distrazione. Anche lei, come le precedenti vittime, si era messa ad urlare a squarciagola, attirando l’attenzione di un ragazzo che passava in bici e riuscendo a mettere in fuga l’aggressore. La donna avrebbe anche fornito agli inquerenti un file audio con la voce del 21enne perché, quando lui si era avvicinato, lei stava mandando dei messaggi vocali. Neanche questo avrebbe però fermato Errigo che, un’ora e mezza dopo, avrebbe aggredito anche una 29enne che rientrava a casa ed era al telefono con il suo compagno. La donna sarebbe riuscita ad allontanarlo “spingendolo con le mani e urlando”. Ora il 21enne, che vive tra Milano e la provincia di Alessandria, si troverebbe agli arresti domiciliari.