Jannik Sinner è tra gli italiani più attesi agli US Open e dopo la benedizione di McEnroe per l’azzurro è arrivata anche l’approvazione di Mats Wilander. L’ex campione svedese ha infatti commentato le recenti prestazioni dell’altoatesino mostrandosi fiducioso per un suo successo in un Grande Slam. Nonostante questo, Wilander ha però anche sottolineato la necessità per Jannik di trovare serenità in patria, viste le tante pressioni ricevute sin dai suoi primi passi nel circuito tennistico.

Partendo dalla considerazione del collega McEnroe, Wilander ha dichiarato:

Dopo Wimbledon sono d’accordo anche io. Ha mostrato qualcosa di diverso, stava per battere Djokovic e se Sinner gioca così sull’erba che non è la sua superficie preferita, può giocare alla grande su tutte le superfici. Ha cambiato allenatore in corsa cambiando anche mentalità. Penso che Sinner abbia un grande cuore, resta da capire quanto siano grandi le sue ambizioni. Quindi sì, vincerà qualche slam, ma voi italiani non dovete mettergli troppa pressione perché quella per un giocatore giovane è difficile da gestire.

Wilander su Sinner e le nuove leve: “Bisogna essere cauti”

Non solo Sinner, per il campione svedese il discorso sulla gestione dei giovani talenti va affrontato su larga scala, ma sempre con lo stesso approccio. Parlando delle cosiddette nuove leve del tennis, Mats Wilander ha difatti confermato quanto sia necessario tutelare i tennisti della Next Gen.

Partendo da un giudizio tecnico, Wilander ha dichiarato:

La nuova generazione come livello tecnico è quella più vicina a Nole, Rafa e Roger. Il divario rimane sui cinque set dove non hanno ancora capito come fanno emotivamente e mentalmente ad essere a quel livello. Come possono avere quella motivazione e quella spinta.

Poi il monito a tutti gli operatori e gli appassionati di tennis:

Ho imparato quanto i media sono importanti per lo sport, quanto potere hanno in termini di scelta. Ho imparato anche quanto i fan siano sensibili nei confronti dei loro beniamini. Noi dobbiamo essere cauti nei confronti dei nostri campioni affinché non vengono troppo influenzati dalle critiche positive e negative. Dobbiamo preservarli.