Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia stanno per prendere ufficialmente il via le esercitazioni militari congiunte tra Russia e Cina presso il Mar del Giappone. Per gli analisti una dimostrazione di forza reciproca da inviare alla Nato.
Esercitazioni Russia-Cina rinforzano collaborazione bellica tra Putin e Xi
Sarebbero dovute partire domani, 30 agosto, le esercitazioni militari congiunte tra Russia e Cina sotto il cappello di “Operazione Vostok-2022“: la più grande dimostrazione mai organizzata da Mosca sul proprio suolo. In realtà il via ufficiale scatterà giovedì 1 settembre e si andrà avanti almeno fino al giorno 7 settembre. Luogo della missione, a cui partecipano anche delegazioni di India, Siria, Bielorussia e Tagikistan, sarà la Siberia nordorientale che affaccia sul Mar del Giappone.
A spiegare in maniera sommaria il contenuto dell’Operazione Vostok è Valery Gerasimov, capo di Stato maggiore di Mosca:
Dall’1 al 7 settembre Russia e Cina daranno il via a esercitazioni nel Mar del Giappone per perfezionare la difesa congiunta delle rotte marittime e delle aree di attività economica. Alle manovre parteciperanno oltre 50mila effettivi impiegando 60 navi da guerra, vascelli e imbarcazioni per i rifornimenti e 140 veicoli. Sarà l’occasione per testare l’addestramento per azioni difensive e offensive a terra, in aria, in acqua, per difendere le comunicazioni marittime e organizzare un assedio sulla terraferma
Valery Gerasimov, capo di Stato maggiore di Mosca
Fonti governative della Difesa russa informano inoltre che i contingenti militari stranieri sono arrivati al campo di addestramento e hanno iniziato a prepararsi ricevendo attrezzature e armi. Vostok-2022 costituirà inoltre la prima volta in cui l’Esercito Popolare di Liberazione Cinese invia contemporaneamente l’Esercito, la Marina e l’Aeronautica a un’esercitazione organizzata dalla Russia.
Per quanto concerne l’interpretazione geopolitica dell’esercitazione, molti la giudicano come una dimostrazione di forza del Cremlino il cui messaggio sarebbe più o meno questo: abbiamo talmente tanti soldati che riusciamo contemporaneamente a gestire una guerra e a migliorare le competenze delle nostre truppe. Dal punto di vista cinese sembra invece più un’operazione di facciata, visto che la questione Taiwan vuole rimanere un affare a due con l’isola ribelle.