En plein di ricorsi respinti dall’Ufficio elettorale della Cassazione per i sei partiti le cui liste per le elezioni del 25 settembre erano state escluse: tra loro anche Referendum e Democrazia di Marco Cappato e Forza Nuova. Molto duro il commento di Cappato all’uscita della notizia:
Preoccuparsi per l’astensionismo. Dopo avere boicottato i referendum sulla cannabis e sull’eutanasia, ignorato per anni le leggi di iniziativa popolare, affossato la piattaforma pubblica di partecipazione e impedito la presentazione di liste con firma digitale. Ci vuole un bel coraggio
Marco Cappato, leader di Referendum e Democrazia
Elezioni, oltre al partito di Cappato rimangono fuori altri cinque schieramenti
L’Ufficio elettorale della Cassazione ha confermato il mancato accoglimento al ricorso in merito all’esclusione delle liste pro-elezioni presentate in Lombardia da Referendum e Democrazia di Marco Cappato e Forza Nuova: vediamo i motivi che hanno portato alla scelta.
Nel caso di Referendum e Democrazia viene contestato il metodo di raccolta delle firme, ossia una piattaforma digitale in luogo del tradizionale “carta e penna”. Già giovedì la Corte d’Appello di Milano, presieduta da Giuseppe Ondei, aveva dichiarato inammissibili le liste, prima che la Cassazione ribadisse l’invalidità ma per mancata presentazione entro i limiti temporali (pur ribadendo che le firme digitali non sono consentite dalle normative vigenti). Cappato si era difeso così in un primo momento:
Le motivazioni differiscono ma in tutte le circoscrizioni non si è tenuto conto delle modifiche legislative sopravvenute dall’adozione delle legge elettorale e dall’introduzione della firma digitale certificata per sottoscrivere documenti ufficiali. Nel momento in cui si dovrebbe facilitare la partecipazione popolare alla vita politica del Paese si preferisce seguire norme antiquate e non tenere conto di come vengono raccolte le firme per chiedere i referendum che la stessa Cassazione ha legittimato
Marco Cappato, leader di Referendum e Democrazia
Era invece impossibile ribaltare il verdetto di primo grado per Forza Nuova, la cui lista al Senato è rimasta esclusa poiché il legame con l’europarlamento non coinvolge un seggio italiano ma greco. Gli altri quattro partiti che non hanno superato il taglio sono Gilet Arancioni, Movimento Animalista, Partito Comunista Italiano, Destre Unite e di Alternativa per l’Italia-No Green pass