Quota 41 per tutti
Quota 41 per tutti. Lega e sindacati continuano la loro battaglia per Quota 41, mentre lo spettro della Legge Fornero aleggia sempre più insistentemente. L’obiettivo della Lega è quello di riuscire a realizzare una nuova riforma con il nuovo esecutivo, che preveda la fine del tempo lavorativo per gli italiani basandosi su Quota 41, al di là dell’età anagrafica del lavoratore. In poche parole, la riforma ipotizzata da Matteo Salvini prevede che si possa andare in pensione con 41 anni di contributi maturati. Salvini ribadisce di essere anche appoggiato dalle sigle sindacali: “Sai chi dice che questo è un progetto giusto? Non Salvini, lo dicono anche Cgil, Cisl e Uil, i sindacati. E la Cgil ha addirittura detto che quota 41 nel 2023 costerebbe poco più di un miliardo e trecento milioni di euro. E qui ricordo i 9 miliardi spesi per il reddito di cittadinanza”.
I sindacati
Patrizia Volponi, Segretario nazizionale Fnp Cisl, è intervenuta sul tema ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.
“67 anni sono tanti, è l’età più anziana a livello europeo per andare in pensione, questo è quanto ha voluto la Legge Fornero che comunque ha fatto risparmiare tanti miliardi. Questi miliardi potrebbero essere utilizzati per Quota 41. Da parte del governo non ci sono state ancora risposte e non ce ne saranno visto che il governo ormai è soltanto per l’ordinaria amministrazione. Per cui il rischio che dal 1 gennaio riparta la legge Fornero è molto alto. Quota 41 consentirebbe a circa 800mila persone di andare in pensione in 3 anni e dovrebbe consentire anche ad una quota di giovani di subentrare nel mondo del lavoro”.