Calcio, la Serie A e i giovani calciatori, quelli dalle buone prospettive, anche di maggior estro spediti a farsi le ossa nei campionati minori oppure venduti senza mai dato loro l’opportunità di giocare nemmeno un minuto sui campi di calcio che contano. L’esempio lampante l’ultimo, Lorenzo Lucca (sulle stesse orme di Verratti di qualche anno fa) classe 2000 di professione attaccante dalla serie B va direttamente all’Ajax in Olanda senza giocare nemmeno un secondo in serie A.
La stessa cosa qualche settimana dopo accade a Cesare Casadei, talentuoso calciatore nerazzurro sacrificato dall’Inter che lo vende al Chelsea per circa 20 milioni di euro, lui addirittura dal campionato primavera passa direttamente in Premier League. Gianluca Scamacca, invece conteso dai top club italiani passa al West Ham sempre in Premier League perché le varie pretendenti dopo tentennamenti scelgono l’usato sicuro, quello di 33/34 anni che ti garantisce 30 gol l’anno.
Serie A. Talenti vittime dei bilanci
Se da una parte c’è la volontà di far fare esperienza ai giovani calciatori per poi riportarli a casa entro qualche anno, ammesso e concesso che siano pronti, dall’altra c’è una condizione legata ai bilanci da risanare troppo spesso in rosso.
Manovre di mercato basate su prestiti a lungo temine, prestiti con obblighi o diritto di riscatto e alla fine di vendita a titolo definitivo aiutano a far respirare e/o riequilibrare i bilanci e le giovani promesse diventano i protagonisti involontari di un calcio mercato forzato! Senza ombra di dubbio non garantendo certamente una continuità di prestazioni dovute alla giovane età, i top club che necessitano dell’immediatezza del risultato virano su calciatori più esperti quasi a fine carriera e sono loro malgrado costretti a vendere una giovane promessa anziché il calciatore più affermato che porterebbe sì tanti soldi in cassa ma senza il quale magari non si vincerebbe.
Si continua così ad andare avanti senza un progetto a lungo termine che al contrario garantirebbe magari meno risultati subito ma risparmio economico su acquisti e ingaggi.
Serie A. Paura di rischiare
Gli allenatori sono titubanti e non si assumono i rischi del mestiere. Vanno sul sicuro per paura di fallire perché dietro la loro schiena hanno un bersaglio e dopo appena due partite perse vengono esonerati. Da qui la mancanza di visione a lungo termine che gli vieta di puntare sul giovane calciatore.
A soli 18 anni in Spagna un calciatore ha già esordito in prima squadra e ha fatto magari un numero esiguo di presenze, da noi no. In Inghilterra e in Germania lo stesso. Ciò nonostante i giovani in Italia ci sono eccome e possono alzare il livello tecnico del nostro campionato.
Bisogna dare loro più minutaggio ma non nelle amichevoli, nelle partite vere. Bisogna dunque cambiare rotta e dare fiducia ai giovani calciatori creativi, non solo a quelli che al fisico abbinano al tecnica ma soprattutto a quelli che con la loro fantasia pur sbagliando un passaggio di troppo o intestardendosi con un dribbling in più riescono a scardinare le difese avversarie forti fisicamente. Questo all’estero l’hanno capito e già da un pezzo.