Assume proporzioni sempre più inquietanti il disastro umanitario causato dalle violente precipitazioni monsoniche che si stanno abbattendo in Pakistan: superata la soglia dei mille decessi.
Precipitazioni in Pakistan, secondo il ministro dell’Ambiente effetti del cambiamento climatico
Pakistan in ginocchio, piegato dalla ferocia delle inondazioni e delle precipitazioni di carattere monsonico che hanno travolto l’isola da inizio giugno. L’ultimo bollettino del governo, aggiornato a sabato dal National Disaster Management Authority, parla di 1.033 decessi e 1.527 feriti. Genera grande sgomento il numero di minori non sopravvissuti, 348.
Nonostante la vastità della superficie occupata dal Paese, da Islamabad a nord fino alla costa di Karachi non c’è regione che non sia stata duramente colpita dalle forti piogge. Dal Khyber, al Punjab scendendo a sud fino al Sindh e al Baluchistan: sono spesso le aree più povere a dover pagare il prezzo più alto. Non si arrestano i soccorsi, chiamati a dare il massimo in una situazione apparentemente senza controllo.
Interi villaggi sono stati spazzati via, fonti governative parlano di oltre un milioni di edifici distrutti. Il bilancio coinvolge anche la viabilità: oltre 3.500 chilometri di strade inagibili, collegamenti aerei e ferroviari pressoché azzerati, oltre 150 ponti spazzati via dalla furia della natura. Infine, i danni all’economia con le coltivazioni agricole e il bestiame totalmente distrutti.
Il ministro dei cambiamenti climatici, Sherry Rahman, ha definito l’accaduto “un disastro umanitario dovuto al cambiamento climatico“: secondo i dati dell’istituto meteorologico nazionale, le precipitazioni annuali sono più che raddoppiate: tuttavia, trattandosi di un valore medio ci sono aree dove il surplus arriva fino a otto volte. E le previsioni non sembrano concedere tregua alla popolazione, chiamata ad affrontare un’altra settimana nella speranza che le proporzioni della tragedia non aumentino ancora. Il premier pachistano Shahbaz Sharif ha chiesto ufficialmente l’aiuto della comunità internazionale, intanto si rivolge ai privati per chiedere un appello alla solidarietà reciproca: il governo ha istituito un fondo di mutuo soccorso del valore di circa 200 milioni di dollari per fronteggiare l’emergenza.