Si è fatta attendere ma alla fine è arrivata la risposta degli Stati Uniti all’offensiva militare cinese a Taiwan: due navi da guerra americane avrebbero infatti attraversato lo Stretto, come riportato in una nota dalla Marina Militare a stelle e strisce.
Ritorna la tensione a Taiwan dopo le manovre militari cinesi
La Marina Militare degli Stati Uniti conferma in una nota il passaggio di due navi da guerra americane, rispettivamente la USS Antietam e la USS Chancellorsville, presso lo Stretto di Taiwan. Un gesto simbolico che ha il retrogusto di una provocazione alla Cina dopo che quest’ultima aveva assediato l’isola ribelle con una serie di esercitazioni durate una settimana.
Così si legge nel breve comunicato, secondo cui il transito è catalogato come “di routine”:
Il passaggio delle navi USS Antietam e la USS Chancellorsvill, presso lo Stretto di Taiwan dimostra l’impegno degli Stati Uniti per una regione indo-pacifica libera e aperta
Nota della Marina Militare Usa
La dimostrazione tangibile che, nonostante il presidente Joe Biden voglia muoversi con i piedi di piombo, il dossier di Taiwan rimane in prima fila nell’agenda della Casa Bianca.
Al tempo stesso la Cina non è stata certamente a guardare, diramando immediatamente un comunicato in proposito:
Le forze armate cinesi sono in stato di massima allerta dopo il passaggio degli incrociatori Usa nello stretto di Taiwan il 28 agosto. La zona di comando di combattimento orientale dell’EPL (Esercito Popolare di Liberazione, ndr) ha scortato gli incrociatori statunitensi, esercitando il pieno controllo sulle loro attività. Le unità di comando sono pronte a fermare qualsiasi provocazione in in modo tempestivo
Shi Yi, portavoce EPL orientale
Asse Washington-Taipei sempre collaudato
Per quanto concerne le ultime notizie sulla tensione Usa-Cina a Taiwan ci sono due aggiornamenti. Il primo riguarderebbe un viaggio avvenuto tra venerdì e sabato da parte di una delegazione statunitense a Taipei, non confermato e non documentato, per incontrare ufficialmente la presidente Tsai Ing-wen.
Successivamente, il governo della stessa presidente ha proposto un disegno di legge per aumentare la spesa militare del 14%. La misura fa parte della Legge di Bilancio e sottolinea la crescente preoccupazione parlamentare per le manovre di Pechino: si tratta infatti del quinto aumento consecutivo che porterà l’investimento complessivo a circa 19 miliardi di dollari, pari al 15% della spesa pubblica.