Mentre il governo starebbe già lavorando a un nuovo decreto da licenziare la prossima settimana per far fronte ai nuovi rincari dei prezzi dell’energia, in vista di quello che ormai secondo molti sarà un inverno a rischio razionamento, i leader politici se le danno di santa ragione non solo nel merito delle misure da mettere in campo, ma soprattutto nel ricercare di chi è la responsabilità per non aver agito prima o per aver causato la caduta dell’esecutivo a guida Draghi e ora pretendere interventi urgenti.
E’ durissimo il botta e risposta via social tra gli ex quasi alleati Enrico Letta e Giusppe Conte. Il primo punta il dito contro Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e lo stesso leader M5s e chiede “con quale credibilità chi trentasette giorni fa ha fatto cadere il governo Draghi pretende oggi dal governo Draghi misure per la crisi energetica?“.
Conte non ci gira intorno e contrattacca: “Mentre noi incalzavamo Draghi proponendo soluzioni straordinarie e tempestive contro il carobollette e gli stipendi troppo bassi, forse tu eri distratto tra furia bellicista per il conflitto in Ucraina, armi e inceneritori da piazzare nei decreti”.
Elezioni 2022. Le repliche
Tra i duellanti si incunea Carlo Calenda, che torna a chiedere uno stop al confronto politico per sedersi tutti attorno a un tavolo e decidere insieme le misure per contrastare l’impennata dei prezzi e il caro bollette. Un “time out” necessario a “trovare un accordo per il bene dell’Italia“. Parole che, al momento, cadono nel vuoto. Eppure, con un governo dimissionario e in carica solo per gli affari correnti, servirà l’accordo delle forze politiche in Parlamento prima per il via libera del decreto in Cdm e, poi, per l’ok al provvedimento in tempi rapidissimi da parte del Parlamento.
Sullo sfondo dello scontro sul caro energia, che coinvolge tutti i partiti, tiene ancora botta la questione delle ingerenze russe sulle elezioni italiane (si sfidano a singolar tenzone Salvini e Luigi Di Maio), ma anche la diatriba tutta interna al centrodestra, con Giorgia Meloni che rivendica per sè l’incarico da parte di Mattarella (“Se vincesse il centrodestra e ci fosse l’affermazione di FdI non ho ragione di credere che Mattarella possa assumere una scelta diversa”) e il leader della Lega che invece torna a puntualizzare che prima si deve votare e poi, semmai, la scelta spetterà solo al Capo dello Stato.
A dare il là alle accuse sul fronte energia è il leader di Azione che prende di mira il segretario dem: “Enrico Letta sei contro il gas? E come andiamo a pedali?”, ironizza Calenda prendendo di mira il manifesto social del Pd in cui si legge: ‘Combustibili fossili/Energie rinnovabili. Scegli’. “Ma nessuno del Pd riesce a frenare questa deriva populista?“, chiede poi Calenda rivolgendosi a Carlo Cottarelli, Stefano Bonaccini e Giorgio Gori.