Mosca ha bloccato la dichiarazione congiunta delle Nazioni Unite sulla Revisione del Trattato sulla non proliferazione delle armi di tipo nucleare.
La Russia ha definito “politici” i termini del trattato e così, al margine della conferenza Onu a a New York, è arrivata la fumata nera: i 191 firmatari della dichiarazione volta a prevenire la diffusione di armi nucleari, sostenendo il disarmo completo, non hanno trovato un punto d’incontro.
Le ragioni del no russo
Il rappresentante di Mosca, Igor Vishnevtsky, ha sottolineato la “mancanza di equilibrio” nella bozza di testo finale. Ha inoltre ribadito più volte che la Russia non fosse l’unico Paese ad avere obiezioni. “La nostra delegazione ha un’obiezione chiave su alcuni paragrafi che sono spudoratamente politici”.
Secondo fonti attendibili la Russia si sarebbe dimostrata particolarmente avversa ai paragrafi sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dall’esercito di Mosca. Infatti nell’ultima bozza si manifestava la “grande preoccupazione per le attività militari intorno alle centrali ucraine e la perdita del controllo da parte di Kiev di questi siti , oltre che il significativo impatto sulla sicurezza”.
Nucleare, la Russia costruirà due reattori a Budapest
“Che la costruzione abbia inizio! Si tratta di un grande passo, di una pietra miliare. Così facendo garantiremo la sicurezza energetica dell’Ungheria a lungo termine e proteggeremo gli ungheresi dalle oscillazioni selvagge dei prezzi dell’energia”
Queste le parole di Szijjarto su Facebook, Ministro degli Esteri ungherese, su Facebook.
L’accordo tra i due Stati, raggiunto già nel 2014, ha come obiettivo l’ingrandimento della centrale nucleare di Paks, che fornisce il 40% dell’energia elettrica in Ungheria. L’industria nucleare russa non è sotto le sanzioni europee per la guerra in Ucraina.
Il progetto, che costerà circa 12,5 miliardi di euro e che sarà finanziato in gran parte da Mosca, ha come obiettivo la fine dei lavori entro il 2030.