In Florida due persone si sono dichiarate colpevoli del furto del diario personale di Ashley Biden, figlia del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, e di averlo venduto al gruppo conservatore Project Veritas, nelle ultime settimane della campagna presidenziale del 2020.
Aimee Harris, 40 anni, e Robert Kurlander, 58 anni, che si sono presentati davanti al giudice di Manhattan, hanno ammesso di aver messo in atto un piano per rubare il diario e altri oggetti privati alla figlia di Biden, che abitava in Florida. Oltre ad ammettere le proprie colpe, i due imputati hanno collaborato con il dipartimento di Giustizia, fornendo dettagli sull’attività dell’organizzazione di destra, considerata tra le più apprezzate da Donald Trump.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, nel settembre 2020 Kurlander aveva inviato un messaggio a Harris, dicendole che Project Veritas era interessata a un “diario rubato” e stava cercando di trasformarlo in una storia che avrebbe rovinato per sempre la vita della figlia di Biden e “influito sulle elezioni”.
Ashley Biden. La dinamica e l’accusa
L’organizzazione si è difesa sostenendo di aver “sempre raccolto informazioni in modo legale e etico”. Il diario apparteneva alla figlia di Biden, e raccontava il periodo in cui era in cura da una dipendenza.
“Mi rendo conto che ciò che ho fatto è stato brutto e sbagliato, chiedo scusa”, ha detto Kurlander davanti al giudice. “Mi scuso sinceramente – ha aggiunto Harris – per tutte le azioni che ho commesso e so di aver agito in modo illegale”. Project Veritas ha ammesso di aver comprato il diario, ma ha dichiarato che pensava che il documento fosse stato preso legalmente.
La ragazza aveva lasciato la sua agenda personale a casa di un amico a Delray Beach, in Florida, nel 2020. Ashley Biden aveva poi detto che sarebbe tornata a riprenderselo in futuro. L’amico poi aveva ospitato Harris, la quale, una volta saputo del diario, aveva contattato Kurlander.
Da lì era nato il piano per vendere il diario, ricavarci dei soldi e dare una mano alla vittoria di Trump alle presidenziali. A mettere sull’avviso Biden e la sua campagna era stata una richiesta, presentata mesi dopo, da Project Veritas per un’intervista incentrata sul diario della figlia.