A causa del caro energia e dell’inflazione in continua crescita (vicina all’8%) circa 120 mila imprese del terziario di mercato sono a rischio chiusura. La cessazione delle attività potrebbe portare ad una perdita di 370 mila posti di lavoro. E’ quanto si legge in una nota di Confcommercio-Imprese per l’Italia.
Caro energia, le imprese più a rischio
Secondo Confcommercio-imprese, tra i settori più esposti al rischio chiusura ci sono il commercio al dettaglio – in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas – la ristorazione e gli alberghi con aumenti tripli rispetto a luglio 2021 e i trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35 per cento da inizio pandemia ad oggi) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima.
Ma a risentire pesantemente di questa grave crisi sono anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento che, dopo una stagione di saldi marginalmente favorevole, si trova oggi a dover sopportare incrementi consistenti.
Spese per l’energia in crescita per il terziario
La spesa per l’energia per il settore terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi, il triplo rispetto al 2021 (11 miliardi) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi). Uno scenario che rischia – anche alla luce delle ulteriori restrizioni nella fornitura di gas annunciate dalla Russia – di ampliare il numero di imprese che potrebbero cessare l’attività e causare una forte frenata all’economia nella seconda parte dell’anno.
Veneto, le acciaierei anticipano o allungano lei ferie per risparmiare
Nella regione Veneto le acciaierie Beltrame anticipano e allungano le ferie e, in molti casi, concordano qualche altra settimana di cassa integrazione preventiva da “spendere” se alla volta di settembre la situazione non dovesse migliorare. Lo confermano i sindacati metalmeccanici. Da un lato i prezzi dell’energia sono di nuovi ai massimi storici a cui si devono aggiungere i 40 euro aggiuntivi per il capacity market a luglio (il meccanismo di fornitura dell’elettricità aggiuntiva nel momento di picco nel periodo estivo, per evitare i black out).