Apple, decreta la fine dello Smart Working e ha fissato il rientro in sede dal mese di Settembre per tre giorni a settimana, dando vita a un modello di lavoro ibrido. Parte la raccolta firme per bloccare il piano: “Molti lavoratori più produttivi da remoto”.
Apple decreta la fine dello Smart Working al 100% . Una decisione che non è piaciuta ai dipendenti, al punto che alcuni di loro, in risposta alla decisione del ceo Tim Cook di richiamarli in ufficio, hanno lanciato una petizione online per evitare il ritorno alla scrivania.
Secondo le nuove disposizioni, a partire dal prossimo 5 Settembre, infatti, i lavoratori della Bay Area devono presentarsi in ufficio ogni Martedì e Giovedì e un terzo giorno determinato dai singoli team. L’idea è quella di tornare in azienda, ma con un modello ibrido.
Il piano aziendale, sostengono i dipendenti riuniti nel gruppo “Apple Together”, che si definisce un sindacato di solidarietà globale composto da lavoratori di tutta la società di Cupertino, non tiene conto del fatto che questi due anni e mezzo di lavoro da remoto imposto dalla pandemia hanno dimostrato che i lavoratori sono “più felici e produttivi” lontani dall’ufficio.
Nella petizione si legge:
“Per gli ultimi due anni e mezzo, i dipendenti di Apple hanno svolto un lavoro eccezionale, flessibile, ma la leadership di Apple recentemente ha annunciato che richiede un generale rientro in ufficio a partire dal 5 Settembre. Questo obbligo non considera le particolari richieste di ciascun incarico e neanche la diversità degli individui. Quelli che chiedono accordi più flessibili hanno molte ragioni e circostanze impellenti: disabilità, assistenza familiare, preoccupazioni per la salute e l’ambiente, considerazioni finanziari e anche semplicemente l’essere più felici e produttivi”.
Apple Smart Working: in controtendenza rispetto ad altre big hi-tech
Non è la prima volta che Cupertino cerca di normalizzare il lavoro in presenza, il gigante tecnologico di Apple era già intenzionato a riportare i propri dipendenti in ufficio almeno da Giugno 2021, quando ha annunciato per la prima volta l’hybrid pilot. Ma una nuova impennata dei casi di Coronavirus aveva costretto l’azienda a posticipare i suoi piani.
L’ultima decisione di Apple appare in controtendenza rispetto ad altre Big Tech, che hanno optato per il lavoro da remoto a tempo indeterminato per i loro dipendenti. È il caso di Facebook, che ha annunciato che espanderà il lavoro da remoto a tutti i livelli e che chiunque abbia un ruolo che possa essere svolto da remoto potrà presentare la richiesta per ottenerlo in modo permanente. La scelta del gruppo, per ora, riguarda i dipendenti operativi nella contea di Santa Clara, vicino alla sede centrale dell’azienda. La nuova policy poi si estenderà ad altri uffici.
Tim Cook: “La collaborazione di persona è essenziale”
Le politiche di Cupertino, petizione a parte, hanno già prodotto una serie di effetti concreti, infatti a Maggio, il direttore del machine learning Ian Goodfellow ha lasciato l’azienda perché in disaccordo con le nuove regole sullo Smart Working ed è passato a Google, che come Microsoft e Amazon si dimostra molto più flessibile. E altri dipendenti hanno deciso di seguirlo.
Il primo Lunedì di Settembre potrebbe dunque segnare per Apple l’inizio di una nuova fase di lavoro ibrido. A meno che, entro quella data un buon numero di firme non cambi qualcosa.
“La collaborazione di persona è essenziale per la nostra cultura“, ha detto l’amministratore delegato Tim Cook, annunciando che sarà richiesta la presenza fisica in ufficio.
Il programma pilota di rientro “aumenterà la flessibilità del lavoro. Sappiamo che c’è ancora molto da imparare al riguardo e siamo pronti ad ascoltare e crescere insieme nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”, ha osservato sempre Cook mettendo l’accento sul fatto che si tratta di un’iniziativa pilota che puù essere rivista a seconda delle necessità.