Dopo più di tre ore di delibera, una giuria federale ha stabilito 31 milioni di dollari di risarcimento dopo aver ritenuto lo sceriffo della contea di Los Angeles e i vigili del fuoco responsabili di aver violato i diritti costituzionali di Vanessa Bryant (vedova della star dell’NBA Kobe Bryant) e del co-querelante Christopher Chester, che hanno perso ciascuno un coniuge e una figlia nell’incidente in elicottero nel gennaio 2020.

Vanessa Bryant: “Giustizia per Kobe e Gigi”

Immediatamente dopo la lettura del verdetto, Vanessa Bryant ha abbracciato i suoi avvocati. Mentre continuava a piangere, Bryant ha poi abbracciato in lacrime sua figlia Natalia in prima fila. Ha lasciato il tribunale senza rilasciare dichiarazioni, ma ha pubblicato una foto di Kobe Bryant e la loro figlia Gianna su Instagram con la didascalia: “Vi amo! Giustizia per Kobe e Gigi!”

Il procuratore della contea Mira Hashmall, che guidava l’avvocato esterno della contea di Los Angeles, ha rilasciato una dichiarazione poco dopo il verdetto.

Sebbene non siamo d’accordo con le conclusioni della giuria sulla responsabilità della contea, riteniamo che il premio in denaro dimostri che i giurati non credevano che le prove sostenessero la richiesta dei querelanti di 75 milioni di dollari per disagio emotivo.

E ha aggiunto:

Discuteremo i prossimi passi con il nostro cliente. Nel frattempo, speriamo che le famiglie Bryant e Chester continuino a guarire dalla loro.

Le foto dell’incidente 

In discussione nel processo c’erano le foto scattate dai deputati della contea di Los Angeles e dai vigili del fuoco che includevano non solo i relitti dell’elicottero, ma anche i corpi maciullati delle persone uccise, tra cui la star dell’NBA Kobe Bryant, sua figlia Gianna, la moglie di Chester C Sarah, sua figlia Payton e altri cinque. Vanessa Bryant testimonia di soffrire di attacchi di panico e ansia da quando ha visto le foto condivise della scena dell’incidente.

Vivo ogni giorno nella paura che spuntino fuori sui social media e che mia figlia le veda

 ha detto riferendosi all’altra figlia che, come lei, non era sull’elicottero quel giorno.