L’immancabile pipa, la bombetta, il cappotto pesante e l’andatura massiccia: così è impresso nell’immaginario collettivo il commissario Maigret, iconico personaggio dei gialli di Georges Simenon. Ora, a vestire i suoi panni, sarà Gérard Depardieu, nel film Maigret et la Jeune Morte di Patrice Leconte, atteso al cinema per il prossimo 15 settembre.

“Maigret et la Jeune Morte”, il film con Gérard Depardieu

È la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Simenon, il quarantacinquesimo della serie di Maigret, scritto durante il suo soggiorno americano nel 1951: Maigret et la Jeune Morte. L’opera, diretta dal regista Patrice Leconte, vedrà nei panni dell’immortale commissario Gérard Depardieu, impegnato nella risoluzione di un caso di cronaca nera.

A Parigi, una ragazza vestita con un abito da sera viene trovata morta in una piazza. L’ispettore Maigret cerca di risalire alla sua identità e capire cosa le sia successo.

Oltre a Depardieu, sullo schermo anche altri noti volti del cinema francese, tra cui Jade Labeste, Mélanie Bernier, Aurore Clément, Andrè Wilms, Hervé Pierre, Clara Antoons, Pierre Moure e Bertrand Poncet. Questo il trailer ufficiale del film, atteso nelle sale italiane dal prossimo 15 settembre grazie a Adler Entertainment:

Non è la prima volta che Maigret fa la sua apparizione sul grande schermo

Il commissario Maigret, il personaggio che ha fatto la fortuna di Simenon in Francia e all’estero, era già stato trasposto sul grande schermo. Indimenticabili le interpretazioni di Jean Gabin e, in Italia, di Gino Cervi. La disputa su quale attore assomigli di più alla figura del commissario, per la quale Simenon sembra essersi ispirato a un autentico ispettore della polizia francese, un certo Massu che era solito seguire nel corso delle indagini affiancandolo come giornalista, è un evergreen tra i fan dello scrittore. Ad esporsi sulla questione era stato lo stesso Simenon, che nel corso di un’intervista rilasciata in Olanda nel 1966, nel corso della quale gli era stato chiesto chi preferisse tra Gabin, Cervi e gli altri quindici attori nei panni di Maigret, aveva dichiarato:

Maigret era un tantino avaro. Non era tirchio, non lesinava i denari della spesa alla moglie, ma aveva un concetto parsimonioso della vita. Ecco secondo noi l’immagine di Cervi è più vicina a quella del nostro amico. Gabin ha un tono da gran signore e lo sguardo freddo. Il Maigret che ci ha mostrato è un Maigret tormentato dall’angoscia di dover pesare la mano della giustizia. Cervi è, invece, un grosso gatto che gioca con il topo e che non è assillato dal problema se l’uomo ha diritto di giudicare un altro uomo. Il nostro amico aveva una filosofia semplice della vita.

Una confessione che aveva scatenato un vero e proprio antagonismo tra i due attori, tanto da portare poi Simenon a scusarsi con Gabin, spiegando il suo punto di vista di scrittore:

Non posso negare che Cervi è più fedele a quello che ho disegnato con la mia penna. Maigret è apatico, mai indaffarato o faccendiero; ha sempre l’aria di uno che vuol smetterla, infastidito, irritato dal suo mestiere. La sua natura pesante, le sue molte pipe, i bicchierini di Calvados fanno contrasto con l’agile, avventurosa professione di poliziotto. Un raffreddore consente a Maigret di starsene a letto e di condurre la sua inchiesta nel modo, per lui, migliore, senza lasciare, cioè, il letto. Maigret è un essere molto infantile. Come poliziotto non è un lavoratore della giustizia, indifferente o vendicatrice. È un poliziotto che indaga voluttuosamente. Dalla finestra del suo appartamento del boulevard Richard Lenoir, Maigret immerge il suo sguardo nelle case dei vicini. Perché? Per nulla, per riempire con dei niente l’enorme vuoto che sa creare intorno a sé e che gli dà una eccitante ebbrezza. Nelle sue investigazioni, Maigret dà libero sfogo alla sua infanzia. Cervi è Maigret più di Gabin. Gabin ha dato al mio commissario un senso tragico della vita. Il suo istinto drammatico lo spinge a comprendere fino in fondo gli altri esseri umani, nel bene e nel male. Sempre lo accompagna un alone triste. Dall’involucro di Maigret, Cervi fa balenare, invece, una bonaria malizia, una ironica ingenuità. Maigret è un fanciullo che ha scelto per piaceri solitari non le fantasticherie erotiche, ma il gusto perfidamente infantile di rintracciare i colpevoli.

Chissà adesso cosa ne pensaranno i fan dell’interpretazione di Depardieu, che sembra poter calzare perfettamente i panni del commissario.