Sono 77 i femminicidi in Italia, di cui 67 donne uccise in ambito familiare o affettivo. Di queste, 40 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex. Rispetto allo scorso anno, l’incremento è del 5% circa. È quanto emerge dal confronto con il report settimanale del Viminale del 22 agosto in relazione all’ultimo delitto avvenuto ieri a Bologna.
Bologna, uccisa dall’ex fidanzato
Giovanni Padovani, 26 anni, ha ucciso la sua ex compagna con un martello nel cortile condominiale in via dell’Arcoveggio, periferia della città. La vittima, di anni 55, si chiamava Alessandra Matteuzzi. L’uomo era già stato denunciato per stalking.
L’allarme è stato lanciato da un residente della stessa palazzina, che udendo le urla disperate della donna ha subito pensato al peggio. La 56enne è stata trovata dai soccorsi già a terra, con una ferita alla testa ed era in stato di incoscienza. Trasportata in ospedale, è morta poco dopo.
Nato a Senigallia, in provincia di Ancona, ora Padovani dovrà rispondere di omicidio aggravato.
Il Pm: “Divieto di avvicinamento? Misura blanda”
Valter Giovannini, magistrato in pensione, ex coordinatore reati a sfondo sessuale della Procura di Bologna ha parlato della poco utilità del divieto di avvicinamento:
I dati diffusi dal Viminale riportano un aumento dei femminicidi. Non pochi commessi da soggetti gravati dal divieto di avvicinamento alla vittima. Questa blanda misura non funziona da anni. Non serve a frenare chi è accecato da sentimenti di possesso, rancore o rivalsa. Da sempre penso che la misura minima da applicare dovrebbero essere gli arresti domiciliari con automatica conversione in custodia carceraria al primo accenno di ulteriori attenzioni verso la vittima
E ha aggiunto:
So che in molti, quando si parla di carcere, alzano il sopracciglio ritenendolo troppo afflittivo per la persona, dimenticando pero’ che il carcere ha anche una oggettiva funzione preventiva.
Giovannini ha parlato infine di un piccolo trasmettitore da applicare a chi riceve il divieto:
Comunque, poiché sul piano tecnico è fattibile, perché non applicare a chi riceve un divieto di avvicinamento un piccolo trasmettitore il cui segnale può essere captato da un solo strumento ricevente che verrebbe consegnato alla vittima. In tal modo costei potrebbe mettersi al sicuro quando ricevesse il segnale che la persona da lei denunciata si sta avvicinando.