Dopo la proposta di reintrodurre la leva militare obbligatoria da parte di Matteo Salvini c’è una nuova proposta, stavolta sulla scuola, destinata a fare molto discutere. Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli si è detto favorevole all’ipotesi di estendere la scuola dell’obbligo fino al compimento dei 18 anni per garantire così un’istruzione minima agli studendi.
“Sono favorevole all’estensione dell’obbligo scolastico fino a 18 anni. Così si fa in molti Paesi esteri. Se dobbiamo garantire un livello minimo ai nostri studenti dobbiamo guardare a cosa si fa intorno a noi e 18 anni è un compromesso accettabile per la scuola” ha sottolineato durante il suo intervento a Sky TG24. “Il problema – ha proseguito Giannelli – è semmai che il titolo di studio che si consegue effettivamente porti a un aumento di competenze e sappiamo che ci sono forti criticità da questo punto di vista. Bisogna sicuramente intervenire sulla didattica, quella tramissiva che andava bene 100 o 50 anni fa oggi va assolutamente rivista, anche in questo caso, come si fa in tanti paesi esteri”.
Una proposta che inevitabilmente farà discutere in tempo di campagna elettorale, ma che invita anche a far riflettere sullo stato di salute attuale della scuola italiana. Secondo i dati statistici rispetto al resto d’Europa gli studenti italiani dedicano alla scuola maggior tempo, energie e stress ma come visto tutto questo non comporta un’automatica possibilità di sbocchi professionali. Anzi, oltre 244 mila italiani negli ultimi 5 anni sono “emigrati” all’estero riuscendo a trovare un lavoro e decidendo di restare fuori dai nostri confini. La proposta di rendere obbligatoria la scuola fino a 18 anni probabilmente non risolverebbe il vero problema, ovvero della difficoltà della scuola italiana di convertire l’impegno scolastico in possibilità lavorativa portando così i giovani a scegliere la via dell’estero. La scuola potrebbe diventare uno degli scenari di dibattito più acceso nelle prossime settimane di campagne elettorali.