L’uso della violenza in Game of Thrones viene difeso dall’autore George R.R. Martin che se la prende con chi la giudica spesso gratuita.
Game of Thrones e la violenza secondo George R.R. Martin: “Serve a essere emotivamente coinvolti dalle storie”
Si torna a discutere della violenza mostrata nella saga di Game of Thrones.
A far scatenare un nuovo dibattito sul tema è stata una sequenza presente nel primo episodio della serie prequel House of the Dragon, la cui premiere è andata in onda il 22 agosto. Ovviamente, seguono spoiler per chi non avesse ancora visto la puntata.
Si tratta della sanguinosa scena di parto dove Aemma, moglie del patriarca Viserys Targaryen, sta per dare alla luce Baelon, figlio maschio che avrebbe dato a suo marito il tanto atteso erede al Trono di Spade. Sopraggiunte complicazioni costringono l’uomo a dover scegliere tra la vita della donna amata e quella del nascituro, decidendo se praticare o meno la versione medievale di un parto cesareo. Viserys sacrifica sua moglie, solo per veder morire anche Baelon poco dopo la nascita.
Alcune voci critiche hanno giudicato la scena inutilmente efferata, scatenando la reazione del creatore della saga letteraria George R.R. Martin, che ha difeso le scelte degli autori della serie, motivate dalla consapevolezza che dare alla luce un figlio nel contesto medievale che caratterizza la serie, fosse estremamente rischioso.
“È una scena davvero potente, così come i due attori che l’hanno interpretata. Si percepisce il cuore spezzato di Viserys [Paddy Considine] e il terrore nel volto di sua moglie [Sian Brooke]. Era senza dubbio questo il modo migliore per mostrare quella scena. Leggo spesso la parola ‘gratuito’ quando si parla di violenza in alcune recensioni, e mi infastidisce terribilmente. Non c’è proprio nulla di gratuito. Sono stato accusato di mostrare violenza e sesso gratuiti ma non è così. Il motivo è che voglio vivere nella storia che mi viene raccontata, voglio essere lì ed essere emotivamente coinvolto. Sono questi i romanzi che adoro leggere e che amo scrivere. Sono queste le cose che colpiscono emotivamente il lettore e lo spettatore”.
Il paragone con Star Wars
Martin è, dunque, convinto che la scelta di mostrare in quel modo la scena del parto di Aemma fosse dovuta a esigenze drammaturgiche funzionali all’impatto che essa doveva suscitare. Per spiegare il suo punto di vista, lo scrittore fa un paragone con un’altra saga fondamentale nell’immaginario audiovisivo: Star Wars.
“Mi hanno accusato di essere una persona particolarmente sanguinaria, ma Star Wars uccide più di quanto non faccia io. Nel primo film del 1977, la Morte Nera fa saltare in aria il pianeta Alderaan, uccidendo 20 milioni di persone. Ha qualche impatto sul pubblico? Gli importa davvero che 20 milioni di persone siano morte? Sei film dopo, più o meno, si scopre che Jimmy Smits [interprete di Bail Organa, principe consorte e senatore di Alderaan n.d.r.] era uno di loro, e retroattivamente capisci che lo hanno ucciso. Ma in quel momento il pubblico non sente nulla, si tratta solo di una statistica. Cosa sarebbe successo, nel nostro caso, se Viserys fosse impegnato a guardare il torneo e un messaggero fosse venuto a dirgli che sua moglie era morta? Avrebbe avuto qualche effetto sugli spettatori? Io credo di no”.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, su Radio Cusano Campus.