Non è la prima volta che una pellicola deve passare al vaglio della censura cinese: era già successo, qualche mese fa, a “Fight Club”. Ora è toccato a “Minions 2“, arrivato nelle sale italiane lo scorso 18 agosto e di cui Pechino ha deciso di modificare il finale. Non sono mancate le proteste dei fan sui social.

“Minions 2”, l’arrivo nelle sale italiane e le modifiche del film in Cina

È sbarcato nelle sale italiane lo scorso 18 agosto, risollevando gli incassi dei botteghini, “Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo“, che ha venduto 4,4 milioni di euro in soli quattro giorni. Non ha ottenuto però lo stesso successo in Cina, l’attesissimo film, che è dovuto passare al vaglio della censura cinese, uscendone modificato nel finale. Il bene deve trionfare sul male: così la pensano nella terra del Dragone, dove Gru, pur essendo un cattivo di professione, rinuncia alla sua vita dissoluta per tornare alla normalità e per fare “il padre delle sue tre figlie”. Nella versione originale Gru se ne va invece con il compagno di malefatte Wild Knuckles, che ha simulato la sua morte per evitare di essere catturato e che, nella versione cinese, viene preso dalla polizia ed imprigionato per 20 anni.

Non è la prima volta che una pellicola viene censurata

Cambiare le trame dei film non è una pratica inusuale in Cina, dove le autorità o gli stessi produttori sono soliti eliminare nudità, contenuti politici ritenuti sensibili o scene sessuali. Ma non è tutto, perché oltre a passare al setaccio le pellicole, con scene omesse o alterate rispetto alle versioni originali, lo Stato impone anche una quota sul numero di opere provenienti dall’estero che possono essere proiettate nelle sale cinematografiche. Solo pochi mesi fa i riflettori erano tornati ad accendersi sul caso “Fight Club”, il film cult di David Fincher basato sull’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk che non era uscito in Cina a causa della partecipazione, tra i protagonisti, di Brad Pitt, “colpevole” di aver girato, due anni prima, “Sette anni in Tibet”.

Poi la versione originale della pellicola, che culmina con una sequenza di distruzione, frutto della ribellione del protagonista e metafora della fine del sistema capitalistico, era stata tagliata per inserire un nuovo finale in cui le forze dell’ordine prevalgono sul caos e il personaggio principale viene rinchiuso in una clinica psichiatrica. La conclusione alternativa, riportata graficamente con una scritta sullo schermo, nei fatti riduceva il film di ben dodici minuti sui centotrentasette totali, proponendo un epilogo del tutto dissimile da quello dal montaggio cinematografico statunitense. In quell’occasione lo scrittore Palahniuk aveva commentato con queste parole la scelta cinese:

Have You Seen This Sh*t?

This is SUPER wonderful! Everyone gets a happy ending in China!

Le autorità erano poi tornate sui loro passi, ripristinando la versione originale del film. Ma non è comunque la fine della storia, visto che ora lo stesso problema sembra riguardare anche “Minions 2”. Non sono mancate le critiche sui social e gli utenti di Weibo, il Twitter locale, hanno pubblicato post e screenshot del film tanto da renderlo virale. DuSir, un autore di recensioni di film online con 14,4 milioni di follower, ha notato che la versione cinese dura un minuto in più rispetto a quella internazionale e ha così commentato la discordanza:

Siamo solo noi che abbiamo bisogno di una guida e di cure speciali per paura che un cartone animato ci possa corrompere?

Non sarà stato di certo l’unico a chiederselo e forse molti già si domandano cosa sarà, la prossima volta, a finire sotto il mirino della censura.