Il boom dei Musei in Italia con il +14% reso pubblico da Confcommercio rispetto allo scorso anno fa ben sperare per uno dei settori che più di tutti ha sofferto durante il periodo della pandemia da covid-19. Noi di TAG24 abbiamo intervistato in esclusiva per parlare di questo Beppe Costa, presidente di Opera Laboratori che si occupa della gestione e della promozione di alcuni dei più importanti musei italiani come quelli statali fiorentini (tra cui gli Uffizi), di Siena, degli scavi di Pompei, della Reggia di Caserta, ma anche tramite Costaedutainment dei principali acquari italiani come quelli di Genova, Oltremare e Cattolica. Un’azienda privata che lavora in sinergia con gli Enti Statali da anni e che con loro cerca di trainare verso il futuro il settore dei musei e beni culturali di cui il nostro paese è uno dei più importanti al mondo.

Dott. Beppe Costa, Confcommercio ha diffuso i dati con un +14% per musei e mostre rispetto allo scorso anno. Che numeri sono per lei?

“Sono numeri con cui concordo. La mappa dei nostri musei è variegata dal nord al sud Italia, è un ottimo risultato la crescita dei musei e delle mostre”.

Le stime parlano di una spesa estiva per gli italiani di 125 euro a testa per musei ed eventi culturali, qual è secondo lei il motivo di questo incremento tanto importante?

“La voglia di uscire dopo due anni bloccati in casa è importante, la voglia di scoprire l’Italia che magari tanti non conoscono così bene. La vicinanza, ad esempio in poche ore si può arrivare ai nostri musei di Firenze e si torna in giornata ma questo vale anche per Siena e Pompei. I costi e queste opportunità hanno portato ad un buon momento”.

Voi tra gli altri collaborate anche alla gestione degli Uffizi, rappresentano ancora il traino del settore dei musei in Italia?

“Certamente gli Uffizi sono uno dei traini del settore museale italiano, come il Colosseo e Pompei. Anche i Musei Vaticani, pur non essendo di proprietà dello Stato Italiano, sono le icone più facili da pubblicizzare per i beni che rappresentano e contengono”.

Musei ed il rischio chiusura denunciato da Eike Schmidt

Nella foto Beppe Costa e il direttore del Museo degli Uffizi Eike Schmidt, che negli scorsi giorni ha denunciato il rischio chiusura per uno dei musei italiani più importanti per l’assenza di personale

Negli scorsi giorni il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, con cui collaborate, ha lanciato l’allarme sul rischio che il più visitato museo al mondo possa restare chiuso per assenza di personale nonostante il boom di ingressi. Voi avete riscontrato un analogo problema anche nelle altre strutture, comprese quelle che seguite in modo più diretto con il vostro personale?

“Noi fino ad oggi abbiamo trovato le risorse, Opera ha circa 700 dipendenti ed in alcuni momenti dell’anno siamo arrivati ad 800. La nostra base di dati e conoscenza è ampia, abbiamo fornito personale anche allo Stato per le aperture mattutine di Palazzo Pitti. Il problema sollevato da Schmidt è interno all’amministrazione pubblica, con due linee di pensiero: c’è chi chiede di ampliare le risorse e chi di spendere il meno possibile. Quello di tenere chiuse le strutture per mancanze di personale la trovo veramente una cosa che non deve avvenire. Sarebbe un crimine chiuderle, sia se fossero beni statali che privati. Tutti coloro che lavorano nei beni culturali lo devono tenere a mente”.

Negli ultimi tempi ha fatto molto rumore il video pubblicato da Chiara Ferragni all’interno degli Uffizi, da esperto di marketing che cosa ne pensa di queste collaborazioni tra influencer e musei?

“Io mi occupo di questa attività da 25 anni e ho sempre battagliato contro chi considera i musei solo dei sovrintendenti e degli esperti. Sono proprietà, specie quelli pubblici, di tutti gli italiani quindi tutti devono poter sapere cosa c’è in un museo e vederlo sui social. Chiara Ferragni ha fatto il bene degli Uffizi e dell’approccio italiano alla vita dei musei. Sono un bene non solo per staccare un biglietto e portare ricchezza economica, ma bisogna permettere di conoscerne e comprenderne la ricchezza culturale”.

Lavorate anche alla produzione diretta delle mostre, compresa Frammenti di Paradiso che recentemente è stata inaugurata alla Reggia di Caserta. Che risposta avete avuto dal pubblico sul settore delle mostre?

“Abbiamo riscontrato una grandissima voglia delle persone di vedere mostre, che sono un’occasione temporanea di approfondire un personaggio o una linea di pensiero. Vedere una mostra dà visibilità a certi argomenti, inizialmente quelli più vicini ma attraverso il marketing permette di scoprire nuovi aspetti di uno stesso museo o monumento. Quella della  Reggia di Caserta ha permesso di mostrarne anche altri aspetti”.

Gli Scavi di Pompei, altro polo museale con cui collaborate, sta vivendo una nuova grande popolarità mediatica. Come sta andando il ritorno dei turisti anche stranieri?

“Gli Scavi di Pompei stanno andando bene, anche perché stanno continuando i lavori negli scavi per mantenere le opere e trovarne delle altre. Questo permette alle persone di interessarsi all’argomento comprendendone il ruolo nella nostra storia e cultura. Prima vivevano molto degli americani specie quelli delle crociere, invece ora che vengono meno si sono visti ottimi numeri di affluenza da parte degli italiani che li hanno riscoperti”.

Tramite Costa Edutainment gestite anche diversi acquari tra cui quelli di Genova, Cattolica ed Oltremare solo per citarne alcuni, come sta andando questo settore?

“Abbiamo numeri ottimi sugli acquari, sono quasi il 30% in più questa estate rispetto a quella del 2019 pre covid. La nostra mission è raccontare la loro storia, il loro essere e la necessità di rispettare l’ambiente che ci circonda permettendo loro di proseguire nella loro attività. Gli acquari che abbiamo in Italia permettono di mandare anche questo messaggio sul rispetto della natura”.

Il prossimo 25 settembre ci saranno le elezioni politiche e sembra che in questa fase di campagna elettorale la cultura stia avendo un ruolo marginale. Cosa vi sentite di chiedere dal governo che uscirà dalle urne?

“Chiederei che si torni ad avere più rispetto dei privati, anche le cooperative, perché da queste collaborazioni si è fatta la ricchezza dei beni culturali degli ultimi anni. Questo vale con la gestione di beni come Uffizi e Colosseo, ma anche da quelle fondazioni che hanno musei privati che spesso hanno bisogno di risorse che lo Stato potrebbe dare ma che non può dare con questa conflittualità che trovo totalmente irragionevole”.