Sono passati sei anni dal terremoto del Centro Italia che alle 3:36 del 26 agosto 2016, con una scossa di magnitudo 6.0, distrusse Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri borghi tra Lazio, Umbria e Abruzzo, provocando la morte di 303 persone. Per il recupero delle strutture crollate sono stati aperti, negli ultimi due anni, circa diecimila cantieri di edilizia che, a giugno 2022, hanno fatto registrare 22.700 richieste di contributo. Ma a che punto è la ricostruzione?

Terremoto Centro Italia: gli interventi per la ricostruzione

È dello scorso 19 agosto il Rapporto 2022 sulla ricostruzione post sisma presentato dal commissario straordinario Giovanni Legnini. Sul fronte degli interventi pubblici, sono 365 le opere terminate, mentre altre 315 sono in fase di cantiere. Il Rapporto, un documento di un centinaio di pagine, fa il punto sullo stato di avanzamento dei lavori sia pubblici che privati, ma anche della riparazione delle chiese e degli edifici di culto, proponendo per la prima volta un quadro completo del danno causato dal terremoto di sei anni fa, pari nel complesso a 26,5 miliardi di euro, anche a livello dei singoli comuni. Quello con i maggiori danni, per oltre 1,3 miliardi di euro, è Amatrice, seguito da Camerino con 1,2 miliardi e da Norcia, con 1,1 miliardi. 

Per quanto riguarda la ricostruzione privata, a fine giugno scorso erano 22.700 le richieste di contributo, per un totale di 7,6 miliardi di euro. Di queste, 14.234 sono state approvate, con 4,3 miliardi di contributi concessi. I cantieri privati completati sono 7.256, con la riconsegna alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari, il 92% di tipo residenziale e l’8% a carattere produttivo, mentre i cantieri autorizzati oggi sono circa 7mila. I lavori non sono, quindi, ancora conclusi e sono altre 28mila le richieste attese da parte dei privati, oltre agli ulteriori interventi pubblici ancora da impostare. Nella presentazione del report Legnini ha anche chiesto un “Codice delle ricostruzioni“, spiegando:

Siamo bravissimi a gestire la prima fase delle emergenze, ma poi la storia ha più volte dimostrato che si fa molta fatica ad avviare il processo di ricostruzione perché ogni volta si ricomincia daccapo. Proprio per evitare di perdere del tempo prezioso è necessario arrivare a un Codice che fornisca un quadro normativo uniforme per garantire certezza, stabilità e velocità alle procedure e alle attività di ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi sismici o altre catastrofi.

Un’importante fonte di crescita e di sviluppo dell’Appennino Centrale, oltre che di ricostruzione materiale, saranno le risorse garantite dal NextAppennino, dal valore totale di 1 miliardo e 780 milioni, di cui 700 sotto forma di incentivi ai nuovi investimenti delle imprese.

Il Sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi: “È l’alba di un giorno nuovo”

Ora, a sei anni dal tragico terremoto che ha raso al suolo Amatrice, il primo cittadino del borgo, Giorgio Cortellesi, spiega ad Interris:

Nel centro storico i cantieri sono ripartiti quest’anno, le opere pubbliche sono in corso di progettazione o di cantierizzazione, mentre si stanno avviando progetti privati aggregati e quattro sono in corso d’opera. Al di fuori del centro storico, sono stati demoliti e ricostruiti vari condomini e oggi siamo a circa il 20-25% della ricostruzione. La gran parte dei ristoranti del centro storico sono stati ricostruiti in un’area food progettata dall’architetto e lavorano moltissimo. Il resto delle imprese locali lavora, soprattutto quelle alimentari che post sisma hanno cominciato a lavorare persino di più. Invece quei negozi che vivevano del ritorno nelle seconde case, al momento molto diminuito, hanno più difficoltà. Questo del poco ritorno nelle seconde case è per noi un problema serio, perché il legame forte con il territorio lo si acquisisce da bambini, se si perde quel tempo allora quel rapporto non nasce.

Tanti ancora, quindi, gli interventi necessari per ridare una forma a quello che il terremoto del 24 agosto del 2016 ha distrutto. Tanti anche quelli per risollevare il morale della popolazione della cittadina, che conta 239 vittime sulle 303 complessive. Ma, come sottolinea Cortellesi, “Dalla tragedia possono rinascere una città e una comunità di cittadini esemplari”. E conclude: “Per me è l’alba di un nuovo giorno. Questo è il vero anno della ripartenza di Amatrice”.