Il grande tennis sta per tornare con uno dei grandi Slam più affascinanti: da 29 agosto al 12 settembre andranno di scena gli US Open e, mentre si giocano le qualificazioni per il tabellone principale, John McEnroe fa gli onori di casa soffermandosi in un’intervista a Eurosport sulla “questione” del tennis degli ultimi due anni: il caso Novak Djokovic.

McEnroe sulla possibile esclusione di Djokovic dagli US Open

No, non credo che sia giusto. Penso che sia uno scherzo. Ne abbiamo discusso, forse c’è una ragione per cui lui ha 21 Slam e io ne ho vinti sette. Avrei fatto il vaccino e sarei andato a giocare, ma lui ha delle convinzioni molto forti e bisogna rispettarle. A questo punto della pandemia, dopo due anni e mezzo, credo che le persone in tutte le parti del mondo ne sappiano di più a riguardo, e l’idea che non possa venire qui a giocare per me è una barzelletta”.

Djokovic non sarà il migliore di sempre a causa dell’esclusione dall’Australia e perché non potrà giocare agli US Open?

“Questa è la domanda a cui tutti vogliamo avere una risposta. Ovviamente Rafa Nadal ne ha beneficiato. Questi tre ragazzi (Federer è il terzo, ndr) sono già al di sopra di tutti gli altri. Rafa è stato in grado di ottenere una vittoria miracolosa che non molti si aspettavano in Australia. Poi, sappiamo tutti quanto sia difficile battere Rafa agli Open di Francia, ma Djokovic se l’è giocata. In seguito Novak ha vinto a Wimbledon, dove Rafa si è fatto male. Ovviamente, se uno ha vinto gli Australian Open otto o nove volte, si può pensare che stia sprecando una possibilità di vincere ancora. La prossima volta avrà un anno in più, ma sembra che il suo corpo sia ancora a posto. Chi può dire che non possa farlo per un altro paio d’anni? Diciamo che ne vincerà altri tre o quattro. Non è assolutamente impossibile. Nonostante queste assenze, può ancora arrivare a 25 Slam. Penso anche, però, che sia diventato più complicato farlo, perché quello che sta vivendo ti logora mentalmente. Allenarsi per un mese o sei settimane senza sapere se giocherai o meno ti mette a dura prova mentalmente. Proprio come quando è stato escluso dall’Australia. Credo che gli ci siano voluti tre, quattro mesi per rimettersi in sesto”.