Andrew Garfield ha deciso di scendere in campo in difesa del method acting, pesantemente criticato da alcuni suoi colleghi negli ultimi tempi.

Andrew Garfield e il method acting: “Permette di vivere nel modo più onesto possibile situazioni immaginarie”

Il method acting continua a essere una tecnica di recitazione molto discussa a Hollywood. L’idea di ‘perdersi’ completamente nei personaggi interpretati per favorire un maggior realismo nella propria performance attoriale non è una pratica che incontra il favore di alcuni nomi importanti dell’industria. Recentemente, infatti, critiche al metodo sono arrivate sia da Samuel L. Jackson, sia da David Harbour di Stranger Things.
Tocca ora ad Andrew Garfield, reduce da una delle annate più importanti della sua carriera ― dal successo di Spider-Man: No Way Home, alla candidatura agli Oscar per Tick, Tick… Boom!, dalla miniserie In nome del cielo (Under the Banner of Heaven), all’imminente Hot Air ― difendere il Metodo.
Durante un’intervista con il podcast condotto dall’attore Marc Maron, WTF with Marc Maron, l’attore ha messo in evidenza come simili opinioni siano frutto di una scarsa conoscenza di questa tecnica di recitazione.

“Ci sono molte idee sbagliate riguardo cosa sia realmente il method acting. Molti attori continuano a praticarlo e questo non significa comportarsi da s**onzi con tutti sul set. In realtà, applicare questa tecnica permette di vivere in modo onesto le situazioni immaginarie che ti circondano quando fai un film, continuando, allo stesso tempo, a essere gentile con la troupe e a comportanti come un normale essere umano, capace di uscire dal personaggio se ce n’è bisogno, o di restarci quando si desidera farlo”.

“Chi lo critica non sa di cosa parla”

Durante la chiacchierata, Garfield, che recentemente aveva annunciato di volersi prendere una pausa dalla recitazione, ha raccontato di aver seguito la tecnica del method acting per le riprese di Silence di Martin Scorsese, nel quale doveva interpretare un giovane gesuita. Questo lo portò a studiare la storia del Cattolicesimo e a compiere esercizi spirituali sotto la guida di un padre gesuita, che comportarono anche sei mesi di astinenza sessuale.
Un’esperienza che l’attore ricorda con piacere. Garfield è, infatti, convinto che quella del Metodo sia una questione privata e, per questo, non accetta le critiche anche pesanti nei confronti di chi lo pratica.

“Questa disinformazione mi dà un po’ fastidio, come l’idea che il method acting sia solo una s**onzata. Chi lo dice non sa di cosa parla o ha lavorato con qualcuno che diceva di praticarlo ma, invece, non lo praticava affatto. Dal mio punto di vista, ritengo che sia anche una questione molto privata“.

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