Nel mondo cattolico è la data dedicata a Santa Rosa da Lima, il 23 agosto. Si tratta della prima Santa americana della storia: Rosa da Lima nasce infatti in Perù, ma ora è nota ovunque e solo in Italia le parrocchie a lei dedicate sono quattro: a Palermo, a Lecce, a Torino e infine ad Alano di Castellabate, nel Salernitano, dove, in un’urna che raffigura la Santa durante il momento della sua dipartita, sono conservate alcune reliquie. Ma qual è la storia della sua vita e perché si festeggia proprio oggi?

Rosa da Lima: storia di una Santa

Il suo nome di battesimo è Isabella. Nasce a Lima, l’attuale capitale del Perù, nel 1586 ed è la decima di tredici figli di una nobile famiglia di origini spagnole. Ma il suo “soprannome”, quello che poi caratterizzerà anche il suo appellativo da Santa, è Rosa e viene dalla sua balia Mariana che, secondo l’usanza indigena, le dà il nome di un fiore per sottolinearne la bellezza. L’amore della balia, alla quale resterà sempre legata, è sicuramente uno dei motivi che portano Rosa a prendersi cura degli indios. Già in giovane età si chiede infatti perché i conquistatori spagnoli, cristiani, chiamati dal Vangelo all’amore e alla compassione per il prossimo, portino invece nel nuovo mondo tanta sopraffazione e violenza. A queste domande si accompagna, precocemente, anche la scoperta dell’ascetismo: ha cinque anni quando decide di digiunare a giorni alterni, ne ha sei quando inizia a sottoporsi a penitenze per mortificare la vanità, nascondendo ad esempio degli aghi in una coroncina da mettere tra i capelli nei giorni di festa. E intanto si appassiona allo studio, impara l’arte del ricamo, cura i fiori nel giardino di casa: per questo diventerà la patrona dei giardinieri. Così, quando la famiglia deve rinunciare alla sua agiatezza per una serie di dissesti economici, Rosa gira nelle abitazioni dei nobili per vendere i suoi ricami e i suoi fiori. È in questa occasione che scopre una povertà ben più umiliante di quella che l’aveva toccata in prima persona: quella degli indios, avviliti dalle privazioni e circondati da disprezzo. Nello stesso periodo scopre anche dei testi su Santa Caterina da Siena, che diventa per lei un modello di misticismo contemplativo e di servizio ai fratelli. Ha vent’anni quando, nel 1606, veste l’abito di Terziaria domenicana come Caterina, vuole chiamarsi Rosa di Santa Maria e si ritira nella casupola in fondo al giardino che diventerà la sua cella monastica.

Una vita dedicata alla preghiera, alla penitenza e al prossimo

La scelta radicale presa dalla giovane scandalizza i benpensanti di Lima, che la considerano fuori di testa. Molti però iniziano a visitarla nel suo rifugio, rimanendo colpiti dalla sua spiritualità. Negli anni, la fama del suo ascetismo si diffonde e tutti parlano delle sue estasi, lei stessa ne scrive:

Il Salvatore levò la voce e disse: “Tutti sappiano che la grazia segue alla tribolazione, che senza il peso delle afflizioni non si giunge al vertice della grazia, e comprendano che quanto cresce l’intensità dei dolori, tanto aumenta la misura dei carismi. Nessuno erri né si inganni: questa è l’unica vera scala del paradiso e al di fuori della croce non c’è altra via per salire al cielo”. Udite queste parole, mi sentii spinta a scendere in piazza per gridare a tutti: “Ascolta popolo, ascoltiamo genti tutte. Da parte di Cristo e con parole della sua stessa bocca, vi avverto che non si riceve grazia senza soffrire… Questo è l’acquisto e l’ultimo guadagno della sofferenza ben accettata”.

Si tratta di una sola delle tante che le capitano. E mentre conduce la sua vita di preghiera e penitenza si occupa degli altri: di sua nonna, costretta a letto da una grave malattia, ma anche di bambini e anziani abbandonati, quasi tutti di origine india, che accoglie nella casa paterna. Il suo fisico inizia così a cedere, messo alla prova dalle mortificazioni, dai digiuni, dalle veglie e sua madre la convince a trasferirsi nella casa di una coppia di amici, donna Maria de Ezategui e don Gonzalo de la Maza, funzionario nel governo del viceré. Qui Rosa vive tre anni relativamente sereni, sempre immersa nel suo mondo spirituale, e conosce l’esperienza mistica delle “nozze con il Signore”. Muore il 24 agosto del 1617, a trentun’anni, diventando Santa per volere di papa Clemente X nel 1671. Si celebra per questo motivo il 23 agosto, il giorno prima della sua scomparsa.