La morte di Darya Dugina è stata causata da “un atto di terrorismo del regime nazista ucraino”. Lo ha dichiarato Alexander Dugin, ideologo ritenuto vicino al presidente russo Vladimir Putin, commentando in una nota il “brutale omicidio” della figlia avvenuto sabato sera davanti a lui. 

Alexander Dugin: “Ora abbiamo bisogno solo della vittoria”

Alexander Dugin ha ricordato la figlia deceduta e ha esortato la Russia nel continuare la sua guerra contro l’Ucraina:

Era una bellissima donna ortodossa, una patriota, una reporter di guerra, un’esperta per la tv centrale e una filosofa. Ora abbiamo bisogno solo della vittoria. Mia figlia ha sacrificato la sua vita di giovane donna sul suo altare. Quindi per favore raggiungetela!

L’attentato alla figlia di Alexander Dugin

La figlia dell’ ultranazionalista russo Alexander Dugin, che si dice sia uno stretto alleato del presidente Vladimir Putin, è stata uccisa nell’esplosione di un’autobomba fuori Mosca sabato scorso. 

Dugina è la figlia di Alexander Dugin, un ideologo che da tempo sostiene l’unificazione delle regioni e dei territori di lingua russa come parte di un nuovo impero russo. Si ritiene che sia una voce influente nel plasmare la visione del mondo e l’approccio di Putin nei confronti dell’Ucraina.

Era il padre l’obbiettivo 

“Un ordigno esplosivo è stato posizionato sul lato inferiore dell’auto dal lato del conducente” lo ha affermato il comitato investigativo russo in una nota. Darya Dugina, che era al volante, è morta sul colpo. L’indagine ritiene che il reato fosse stato pianificato in anticipo e avesse natura contrattuale.

L’analista Sergei Markov, un ex consigliere di Putin, ha detto all’agenzia di stampa statale russa RIA-Novosti che Dugin, non sua figlia, era l’obiettivo previsto. 

È del tutto ovvio che i sospetti più probabili sono l’intelligence militare ucraina e il servizio di sicurezza ucraino.

Ha aggiunto.

L’Fsb, il servizio di sicurezza federale, per l’omicidio ha accusato l’ucraina Natalya Vovk, di 43 anni, che sarebbe in seguito riuscita a fuggire in Estonia.