Questa mattina l’agenzia di sicurezza russa ha accusato una donna ucraina (Natalya Vovk, 43 anni) di aver installato l’autobomba che sabato scorso ha ucciso la figlia di Alexander Dugin, un alleato chiave del presidente Vladimir Putin. L’Ucraina, tuttavia, ha dichiarato di non avere nulla a che fare con l’attentato.
L’accusa della Russia dopo l’attentato: “È stata una donna ucraina”
Secondo l’organo di stampa statale russo RIA Novosti, l’FSB, l’agenzia federale dei servizi di sicurezza della Russia, ha accusato una donna ucraina di aver organizzato l’attacco e di essere fuggita in Estonia con sua figlia dopo l’attentato:
Il crimine è stato preparato e commesso dai servizi segreti ucraini. L’esecutrice è la cittadina ucraina Natalia Vovk, nata nel 1979, arrivata in Russia il 23 luglio insieme alla figlia Sofia Shaban e uscita dal Paese dalla regione Pskov, da dove ha raggiunto l’Estonia.
L’accusa arriva dopo che la Russia ha avviato un’indagine per omicidio sulla morte di Darya Dugina, la figlia di Alexander Dugin, una figura vicina a Putin che ha esortato il Cremlino a intensificare il suo attacco all’Ucraina. La ragazza è morta sabato scorso in un sobborgo di Mosca dopo che l’auto che stava guidando è esplosa in autostrada.
Anche Vladimir Putin, attraverso il suo canale Telegram, ha parlato:
Un crimine vile e crudele che ha spezzato la vita di una persona brillante e di talento, un vero cuore russo, gentile, amorevole, comprensivo ed aperto. Alla patria ha dimostrato con i fatti cosa vuole dire essere patriota della Russia.
Chi sono Alexander Dugin e Darya Dugina?
Alexander Dugin è un filosofo ultranazionalista spesso definito “il cervello di Putin” che ha contribuito a plasmare la politica estera espansionistica di Putin.
Dugin ha a lungo sostenuto l’unificazione dei territori e delle regioni di lingua russa. Egli è un importante sostenitore del concetto di “mondo russo”, un’ideologia spirituale e politica che enfatizza i valori tradizionali, il ripristino del potere della Russia e l’unità di tutti i russi etnici in tutto il mondo. È anche un veemente sostenitore dell’invio di truppe russe in Ucraina.
La figlia Dugina era il caporedattore del sito web United World International (UWI) nel quale aveva pubblicato un articolo in cui suggeriva che l’Ucraina sarebbe “morta” se si fosse unita alla Nato.
Dugina è stata anche sanzionata dal Regno Unito all’inizio di quest’anno, che l’ha descritta come “un contributore di alto profilo alla disinformazione in relazione all’Ucraina e all’invasione russa dell’Ucraina su varie piattaforme online”.
Kiev nega ogni coinvolgimento: “Propaganda russa vive nel mondo della fiction”
Nel frattempo, da Kiev – attraverso le parole scritte su Twitter dal consigliere del presidente ucraino, Mikhailo Podolyak, in un riferimento alla presunta fuga in Estonia della donna identificata come l’esecutrice dell’attentato – arrivano smentite rispetto ad un coinvolgimenti nell’attentato andato in scena nelle scorse ore:
La propaganda russa vive nel mondo della fiction: una donna e la figlia di 12 anni sono state ‘incaricate’ di aver fatto saltare in aria l’auto della propagandista Dugina. Sorprendentemente, non hanno trovato sul posto il ‘visto estone’. Le vipere nei servizi speciali russi hanno iniziato una lotta interna.