Fa capolino in esclusiva su Prime Video dal prossimo 26 agosto “Samaritan“, il nuovo film con Sylvester Stallone. L’attore, 76 anni e al 57esimo ruolo come protagonista, veste questa volta i panni di un eroe anticonvenzionale e si è raccontato per l’occasione al Corriere della Sera.

“Samaritan”: tutto sul nuovo film con Stallone

Dopo aver impersonato il leader dei Ravangers in “Guardiani della Galassia Vol. 2” e doppiato King Shark in “Suicide Squad – Missione Suicida” nel 2021, Sylvester Stallone torna a vestire i panni di un supereroe con “Samaritan”. Lo farà interpretando il personaggio principale della pellicola, cosa che non succedeva dall’epoca di “Dress – La legge sono io”. Nel cast del film, diretto da Julius Avery, anche Javon Walton, Martin Starr, Moisés Arias e Dascha Polanco. Questo il teaser trailer ufficiale:

Ci sono un giovane ragazzo di nome Sam e il suo vicino di casa, tal Joe Smith, un netturbino. Quando, all’ennesima violenza subita, Sam intravede Joe far volare per aria i bulletti che lo vessano, ecco che nella mente del ragazzo si fa strada l’idea che il suo vicino possa essere Samaritan: un supereroe creduto morto in un incendio nel corso di una battaglia contro il suo rivale Nemesis venticinque anni prima. Sarà quindi il tredicenne a convincerlo a tornare in servizio come giustiziere per il bene della comunità di Granite City. È ciò che emerge dal trailer del film, in cui Stallone, con il cappuccio della felpa tirato su e un gilet imbottito senza maniche, si mostra nella robustezza del personaggio. Così ne aveva parlato nel corso del junket internazionale:

Tutti i personaggi che ho avuto la fortuna di interpretare con successo sullo schermo non sono certo troppo normali. Non ho mai fatto, ad esempio, il tassista o l’insegnante. In un certo senso noi attori diventiamo un marchio, un prodotto. E così ho pensato, la gente mi vede come Rambo, mi vede come Rocky, allora perché non prendere questo mio bagaglio e aggiungere qualcosa […]?

Sylvester Stallone: “Non sono più quello di una volta”

In occasione dell’uscita del nuovo film sugli schermi l’attore di Rocky si è raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.

Il mio eroe aveva deciso di scomparire, aveva scelto un mestiere che non desse nell’occhio. Sam vuole fargli ricordare chi era. Gli sbatte in faccia la realtà, dopo che per tanto tempo l’aveva negata. Il messaggio è: torna a essere chi sei davvero. Certo, sei invecchiato, hai i capelli grigi, ma sei sempre un supereroe. Anche io, del resto, non sono più quello di una volta.

Parte dal suo personaggio, Sylvester Stallone, per ripercorrere la sua carriera, iniziata ormai tanti anni fa. E ammette:

Preferisco di gran lunga recitare adesso rispetto a quando avevo 35, 40 anni. Ora so più cose mentre allora non sapevo niente. Pensi di avere tutto sotto controllo e invece non hai nulla: è l’esperienza che ti regala tutto.

Sono tante le cose che lo legano a Samaritan, dunque, che, ritiratosi come supereroe, capisce ad un certo punto di poter tornare ad essere sé stesso nonostante gli anni.

C’è un momento in cui realizzi che non puoi più fare Rambo di 29 anni: devi rappresentare anche al cinema la tua età, essere chi sei. Certo, chi sei dipende anche da chi eri e, in questo caso, il passato del mio personaggio è la sua forza. In questo possiamo identificarci tutti.

E conclude:

Uno dei miei temi preferiti è analizzare come passiamo metà della nostra vita nel cercare di rimediare a sciocchi errori fatti nella prima metà. Spesso ci diciamo: se avessi saputo… invece quello che dice questo film è che si può sempre tornare ad essere chi eravamo, con la fortuna di avere un po’ di esperienza in più.