Nove medaglie per gli azzurri agli Europei di atletica leggera con l’ultima giornata ancora da disputare, ma bilancio chiaro nella testa del DT Antonio La Torre. Grandi vittorie per Jacobs e Tamberi che replicano l’oro Olimpico nel 100 metri e nel salto in alto, argento per Dallavalle nel salto triplo, Ahmed Abdelwahed vincitore nelle siepi e bronzo di Tortu nei 200 metri.

Il bilancio di La Torre sugli Europei

“L’esame è superato: non abbiamo preso 100 ma sicuramente un voto abbastanza alto. Avevo detto che al di là delle nostre punte sarebbe stato importante verificare la consistenza della squadra e noi siamo andati abbastanza oltre le previsioni come numero di finalisti. È la base per i prossimi due anni. Il portato di Tokyo non si è sbriciolato, non è sparito, e questo ci permetterà di fare le cose al meglio nel 2023 per poi puntare ad avere almeno 36 finalisti agli Europei di Roma 2024. Abbiamo un terreno da arare. Non che prima non ci fosse, ma rispetto a Berlino 2018 usciamo completamente diversi”.

Il bicchiere mezzo vuoto degli Europei

“I risultati non ci esimono dall’esaminare tutte le criticità. Sulle staffette ci assumiamo totalmente la responsabilità, l’anno prossimo dobbiamo tornare a fare 4 su 4 in finale ai Mondiali. Di Mulo, cercato da diverse Nazioni e osannato da tutti, pensate non stia rimuginando? Per i quattrocentisti dobbiamo capire come sopportare meglio il passaggio dei turni. La 20 km di Stano ci costringe a rianalizzare il tema del recupero tra una competizione e un’altra dopo la 35 km dei Mondiali. Ma avete visto con quale dignità il Campione Olimpico abbia onorato la gara. Penso poi alla Maratona: avevamo atleti di punta e, tolta Epis, abbiamo fallito rispetto alle potenzialità. Sono convinto che Aouani, e Faniel che qui non c’era, potranno essere protagonisti nel 2023. Penso anche a talenti come la discobola Osakue, dobbiamo essere capaci di portarli a maturazione. Nel peso femminile e nel giavellotto dobbiamo cambiare a partire dal reclutamento. Nell’asta maschile siamo praticamente spariti, Stecchi da due anni fa di tutto per poterci essere. E restando ai salti, perché nasconderci che qui non c’è Sottile? Nel mezzofondo non possiamo accontentarci di Crippa, dei siepisti, di Arese, di Barontini, che pure sono stati tra i momenti più emozionanti dell’Europeo: da anni non si vedevano queste cose”. 

Un pensiero sul bronzo di Tortu e sulle multiple

“Vincere l’oro era un bellissimo sogno e un desiderio, ma nei fatti Filippo sta ancora imparando a fare questa specialità. Ho visto la sua crescita gara per gara e credo che le distanze con gli altri si accorceranno presto. Dario Dester e Sveva Gerevini sono il frutto del lavoro organizzato dalla federazione nei raduni e dello scambio di esperienze con tutti i settori. Grande merito a coach Pietro Frittoli: sul pullman di ritorno stavano già ragionando su cosa migliorare”.