Mentre in campo internazionale si cerca faticosamente di far avvicinare Russia e Ucraina verso i negoziati, la morte di Darya Dugin, figlia di Aleksandr Dugin (braccio destro di Vladimir Putin), rischia di creare di uno strappo insanabile tra le parti.
La giovane politologa è deceduta dopo l’attentato dove l’auto del padre su cui viaggiava ha preso fuoco nei dintorni di Mosca: secondo il comitato investigativo che presiede le indagini, ci sarebbe la matrice ucraina dietro l’attentato ed è assai probabile che l’obiettivo fosse proprio Aleksandr Dugin. Sui media sovietici circolano le immagini che ritraggono la disperazione di Dugin mentre il corpo della figlia viene estratto dal veicolo ormai carbonizzato: l’uomo si trova ora ricoverato sotto shock.
Per le autorità investigative russe è chiara la matrice ucraina dietro alla vicenda
Russia in fermento per la morte di Darya Dugin, politologa e figlia dell’ideologo Aleksandr Dugin da molti considerato il braccio destro di Putin: per le autorità di Mosca non ci sono dubbi, l’attentato è stato pianificato e le responsabilità puntano dritte verso l’Ucraina.
In quel momento Aleksandr Dugin non viaggiava in auto con la figlia ma in una vettura poco distante e ha assistito da vicino alla tragedia. Secondo fonti investigative è stato rinvenuto un ordigno esplosivo sotto l’auto dal lato del conducente: essendo il veicolo di proprietà di Dugin è probabile che fosse lui l’obiettivo designato. Durissime le prime reazioni delle istituzioni russe, affidate al portavoce degli Esteri Maria Zakharova e soprattutto al comandante filorusso di Donetsk Denis Pushilin:
Vigliacchi infami! I terroristi del regime ucraino, nel tentativo di eliminare Aleksandr Dugin hanno fatto saltare in aria sua figlia. Era una vera ragazza russa
Denis Pushilin, capo filorusso del DPR su Telegram
Chi è Aleksandr Dugin
Aleksandr Dugin è un nome che non è salito agli onori delle cronache dal 24 febbraio, giorno dell’invasione russa in Ucraina. Si tratta in realtà di una personalità di spicco in patria, il più importante ideologo del Paese rinomato per le sue posizioni suprematiste. Per avere un’idea del suo “potere intellettuale” Dugin è colpito dalle sanzioni occidentali dal 2015, ossia dalla rivendicazione russa della Crimea.
Dallo scoppio del conflitto, tuttavia, anche la figlia Darya era entrata nella black list: lei, politologa del sito United World International, era stata accusata di essere una personalità rilevante nella disinformazione sulla guerra in Ucraina da parte degli Stati Uniti. Aleksandr era ribattezzato in patria “Rasputin”, o “cervello di Putin”, cominciò la sua carriera politica come caporedattore del canale tv Tsargrad (dichiaratamente filo-putiniano).
Il suo pensiero assoluto riguarda il concetto di “Nuova Russia”, coniato ufficialmente dallo stesso Dugin dopo l’annessione della Crimea alla Federazione Russa. In questo frangente l’ideologo di Putin aveva sdoganato la sua avversione per l’Ucraina, finendo licenziato dall’Università di Mosca proprio per le sue posizioni estremiste. Tornando all’attualità, si ritiene che ci sia il suo zampino dietro la politica estera della Russia in Asia, in particolare nelle relazioni con Cina e Iran.
Questa vicenda non aiuta sicuramente la diplomazia e gli equilibri internazionali, che giorno dopo giorno diventano più labili anche a causa di questi episodi.