Il ghiacciaio del Gran paradiso, ha perso 3 metri di massa glaciale in due mesi e mezzo, pari a una media di 6 centimetri al giorno. La situazione diventa sempre più critica, anche gli stambecchi hanno cambiato abitudini e preferiscono andare in giro di notte.

Lo scioglimento dei ghiacciai corre inarrestabile e nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, sul Grand Etrèt in Valsavarenche, sono scomparsi circa 3 metri di massa glaciale in due mesi e mezzo, pari a una media di 6 centimetri al giorno.

I numeri sono forniti dall’amministrazione del Parco, che monitora la situazione dal 1999, quando i guardaparco hanno avviato le rilevazioni periodiche, per fare una media su tutto il ghiacciaio. Da quegli anni fino ad oggi si parla di una perdita di 25 metri di spessore medio, pari a un palazzo di 8 piani.

Ghiacciaio Gran Paradiso: la squadra di guardaparco monitora la situazione

L’ultima rilevazione è stata fatta il 10 Agosto, quella precedente è del 26 Maggio, quando avevano rilevato un accumulo di neve medio di “soli 127 centimetri, valore più basso in assoluto dal 2000”.

Da allora quei centimetri si sono letteralmente sciolti in poche settimane e nelle successive è “scomparsa la neve primaverile ed è rimasto solo il cuore del ghiacciaio che ha iniziato a fondere”, spiega Stefano Cerise, ispettore del corpo dei guardaparco.

Ogni anno, Cerise, sale su con la squadra di guardaparco, formata da una decina di persone in primavera e qualcuno in meno in autunno per raccogliere i dati. Salgono con la strumentazione ma senza mezzi, a piedi e con gli sci, che però servono sempre meno: “Come con il conto in banca valutiamo il capitale che è dato dal ghiacciaio ereditato nei millenni. Misuriamo la densità della neve e trasformiamo la quantità in millimetri di acqua equivalenti”, ha detto l’ispettore.

L’ultimo controllo ha restituito un quadro a dir poco “sconfortante”. La neve infatti è scomparsa su tutte le quote, sulla più bassa a 2.700 metri e anche sulla più alta a 3.100. “Del tutto eccezionali sono i 3 metri di massa glaciale persi”.

Alla preoccupazione per il cambiamento climatico, si aggiunge quella per la sicurezza, infatti sulla via Normale sono state sistemate passerelle di legno e delle scale in alcuni punti considerati pericolosi, a causa della poca neve.

Crisi climatica anche sul monte Bianco

La crisi climatica minaccia anche due dei più importanti ghiacciai del massiccio del Monte Bianco, come confermato dai monitoraggi della prima tappa in Valle d’Aosta di Carovana dei Ghiacciai, la campagna di Legambiente con la collaborazione scientifica del Comitato glaciologico italiano.

Sul ghiacciaio del Miage, considerato il monte “himalayano” della Valle d’Aosta, in 10 anni si è persa una massa 100 volte maggiore rispetto ai 50 anni precedenti, dal 1957 al 2008. In 14 anni sono spariti circa 100 miliardi di litri di acqua “pari a tre volte il volume dell’idroscalo di Milano”, spiegano gli organizzatori della Carovana.

“Mentre il maltempo si abbatte sul Paese con una forza inaudita e ci ricorda di quanto stia aumentando la frequenza degli eventi estremi, sottolinea Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna, sui ghiacciai si consuma una tragedia più lenta e per questo meno percepibile, ma altrettanto preoccupante”. La carovana continuerà nei prossimi giorni e dalla Val Ferret si sposterà sui Ghiacciai del Monte Rosa.

Sulle cime valdostane, le conseguenze climatiche iniziano a vedersi anche sulla fauna e non solo sull’ambiente. Sul Gran Paradiso, gli stambecchi, animale simbolo del Parco, stanno cambiando le loro abitudini. Come verificato con studi realizzati nel Parco, che si sono concentrati sulla quotidianità di circa 25 esemplari grazie a radiocollari, gli animali durante il giorno preferiscono stare fermi e uscire solo di sera o addirittura di notte per alimentarsi e sempre più spesso decidono restare in quota per evitare di spendere troppe energie.