La notizia di Gazprom in merito alla nuova interruzione del flusso tramite Nord Stream 1 causa manutenzione agita la Germania e contestualmente fa schizzare verso l’alto il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam.

Gazprom prosegue la politica degli stop e del rallentamento su Nord Stream 1

Dal 31 agosto al 2 settembre nuovo stop per manutenzione al gasdotto Nord Stream 1. La notizia ha un che di “già sentito” che fa drizzare le antenne all’Europa, soprattutto alla Germania, e sancisce sempre più definitivamente la fine dei rapporti commerciali tra il Vecchio Continente e la Russia.

Gazprom assicura che dopo la deadline la fornitura riprenderà al flusso di 33 milioni di metri cubi di gas al giorno, un dato che è gradualmente sceso dallo scoppio della guerra in Ucraina. Non appena il rumor si è trasformato in realtà tramite comunicato ufficiale della stessa azienda, il prezzo del gas ha raggiunto i 263 euro/Mwh prima di chiudere a 244 presso la Ttf di Amsterdam. Dal punto di vista del commento geopolitico, è evidente che la Russia stia agendo nella consapevolezza di aver ormai dislocato altrove l’esportazione di gas prima destinato all’Unione Europea (a cominciare dalla Cina): poco importano le dichiarazioni miti riportate nelle ultime ore dal Cremlino.

Germania meno in sofferenza ma ugualmente preoccupata

Già lo stesso Medvedev un paio di giorni fa aveva velatamente sostenuto la linea del “ricatto energetico” quando aveva ricordato il modo affannoso in cui i governi europei cercavano di mettere una pezza ai rincari di luce e gas oltre a scongiurare l’ipotesi di un inverno senza riscaldamento.

Uno scenario da incubo con cui la Germania si trova a fare i conti da diversi mesi, quando venne annunciato il primo stop alle forniture a inizio luglio. Il Bundestag fu infatti il primo esecutivo a varare le linee-guida orientate al risparmio energetico poi applicate anche localmente e l’austerity potrebbe aver dato i primi frutti: secondo il Ministero dell’Energia gli stoccaggi sarebbero pieni al 78%, un dato molto buono e pressoché identico a quello dell’Italia.

Ma la situazione nazionale non può certamente definirsi rosea. Uniper, il colosso energetico tedesco, rimane a forte rischio bancarotta dovendo acquistare gas a prezzi esagerati e continua a essere sovvenzionato dalle casse dello Stato. Una prospettiva insostenibile per Wolfgang Kubicki, ministro delle Finanze, il quale ha proposto l’attivazione del gasdotto Nord Stream 2 dopo che il governo tedesco ne aveva interrotto l’operatività come strumento di sanzione contro la Russia per l’invasione in Ucraina.