Deturpata con una svastica la lapide che si trova nel giardino in via San Marino a Torino, intitolata a Tina Anselmi, partigiana e prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana. La vicesindaca: “Gesto vile, lesa la memoria e il ricordo”.

Una svastica è stata tracciata con uno spray di vernice nera sulla lapide intitolata, a Torino, a Tina Anselmi, partigiana e prima donna ad avere ricoperto la carica di ministro nella Repubblica Italiana. La lapide si trova nel giardino, in via San Marino, che dallo scorso Aprile è intitolato proprio alla Anselmi, morta nel 2016.

“Bisogna essere dei vigliacchi e degli ignoranti per imbrattare con il simbolo del male assoluto la targa a Mirafiori Nord di una donna mite e coraggiosa come Tina Anselmi. Vergognatevi”. È il commento di Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2, dove ricade il giardino di via San Marino.

Alla cerimonia di intitolazione dell’area verde, lo scorso Aprile, erano presenti la vicesindaca, Michela Favaro, la presidente del consiglio comunale, Maria Grazia Grippo, e la nipote della partigiana Valentina Magrin.

Svastica Tina Anselmi: “Gesto vile, lesa la memoria”

La vicesindaca di Torino, Michela Favaro ha commentato l’accaduto su Facebook:

“Oggi con un gesto vile, viene lesa la memoria, il ricordo, di Tina Anselmi. Il 22 Aprile abbiamo intitolato a lei il Giardino a Mirafiori Nord. Grazie a persone come lei l’Italia è un Paese libero e su questi valori e principi dobbiamo vigilare quotidianamente”.

Concorde anche la vicepresidente del Senato e responsabile giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando, che su Facebook scrive: “Uno sfregio alla memoria di una delle madri costituenti simbolo dell’Italia repubblicana e antifascista. Forse era questo l’intento, ma nessuno può scalfire ciò che per l’Italia è stata ed è Tina Anselmi”. La vicepresidente Rossomondo ha continuato ricordando una sua frase esemplare: “Capii che per cambiare il mondo bisognava esserci” e ci saremo con ancora più convinzione e determinazione a difesa dei valori fondanti della Costituzione che Tina Anselmi ha contribuito a scrivere”.

Su Twitter è Cecilia D’Elia, responsabile Parità del Pd e portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche, a stigmatizzare “il gesto vandalico inqualificabile accaduto a Torino”, dove qualcuno ha tracciato “una svastica sulla lapide che ricorda la prima donna ministra, la partigiana Tina Anselmi”.

Chi era la prima donna ministro della Repubblica

Tina Anselmi era nata a Castelfranco Veneto il 25 Marzo del 1927, la stessa città dove è morta nel 2016. Nel 1948 si è laureata in lettere a Milano e si è dedicata all’insegnamento presso una scuola elementare.

A 17 anni i nazifascisti costrinsero lei e gli altri abitanti della città ad assistere all’impiccagione di trenta persone. La visione di quella scena cambiò per sempre la vita della ragazza, da quel momento infatti, prese parte attiva alla Resistenza e divenne una staffetta. Si iscrisse poi alla Democrazia Cristiana, infine all’attività sindacale di CGIL e CISL.

Il 29 Luglio del 1976 arriva la nomina a Minstro del Lavoro dall’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Nel 1978 è stata per un anno, Ministro della Salute. Nel 1981, nel corso della VIII legislatura, la nomina a presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli. A darle l’incarico fu Nilde Iotti, allora Presidente della Camera. Successivamente è nominata Presidente della Commissione nazionale per le pari opportunità, presiede il Comitato italiano per la FAO e fa parte della Commissione di inchiesta sull’operato dei soldati italiani in Somalia. Ha presieduto la Commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali per la comunità ebraica italiana.

È stata anche più volte presa in considerazione da politici e società civile per la carica di Presidente della Repubblica.