Non si ferma la polemica sul simbolo depositato da Fratelli d’Italia (Fdi) per le prossime elezioni politiche: inutile ogni tentativo di difesa da parte di Giorgia Meloni, anche all’estero. In particolare, l’elemento incriminato è la fiamma tricolore: un simbolo identificativo della campagna elettorale della destra estrema in età repubblicana.

Elezioni, le radici della fiamma nel simbolo Fdi

Giorgia Meloni lo ribadisce a gran voce in un’intervista al tabloid britannico Spectator: nessun legame tra Fratelli d’Italia (Fdi) e il fascismo alle prossime elezioni politiche.

La fiamma nel simbolo di Fratelli d’Italia non ha niente a che fare con il fascismo, ma è il riconoscimento del viaggio fatto dalla destra democratica attraverso la storia della nostra Repubblica. E noi ne siamo orgogliosi, quando abbiamo fondato Fratelli d’Italia eravamo uno schieramento di centro-destra. Io non sono una persona che si nasconde dietro alle bugie, se fossi fascista lo ammetterei. Mi avete sentito parlare di fascismo durante la mia carriera politica?

Giorgia Meloni, leader Fdi a Spectator

Nel Dna di Fratelli d’Italia non c’è alcuna nostalgia per fascismo, razzismo o antisemitismo. C‘è invece ben radicato un rifiuto per tutte le dittature: passate, presenti e future. Penso che oggi la grande sfida globale, non soltanto in Italia, sia tra coloro che difendono l’identità e coloro che non lo fanno. Sono stanca di assistere a una campagna elettorale di basso livello fatta dal Pd la cui unica arma è la demonizzazione

Giorgia Meloni, leader Fdi a Spectator.

Secondo le cronache storico-politiche, la fiamma comparve per la prima volta nel 1946 nel logo del Movimento Sociale Italiano (Msi): un partito di chiara derivazione fascista attivo fino al 1995. Si dice che fu lo stesso leader Giorgio Almirante a disegnarlo, anche se non era logico come si legasse al tradizionale fascio littorio del partito di Mussolini. Inoltre, per distaccarsi dall’iconografia del fratello maggiore, il movimento ribattezzato “Giovine Italia” scelse come stemma una fiaccola tricolore.

Le critiche alla fiamma provengono soprattutto dal centrosinistra

Letta e Calenda sono stati i principali avversari politici ad aver chiesto chiarezza a Giorgia Meloni, la cui posizione è stata messa in discussione anche da un video in rete risalente al 1996 (all’epoca era 19enne). Ma il fronte delle polemiche è stato ben più ampio e non solo a livello nazionale:

Se lasci la fiamma nel simbolo non bastano due minuti di video per smarcarsi dalle ambiguità»

Elly Schlein, vicepresidente dell’Emilia-Romagna

La fiamma tricolore è una raffigurazione del regime che risorge dalla tomba del dittatore

Laura Boldrini, ex presidente della Camera

Meloni avrebbe dovuto togliere la fiamma dal logo del suo partito

Liliana Segre, senatrice a vita

Non credo a una sola parola: Giorgia Meloni che abiura il fascismo è solo facciata, una mossa tattica per arrivare alla presidenza del Consiglio. Meloni è cresciuta in questo liquido amniotico, queste sono le sue radici. E le radici danno i loro frutti

Edith Bruck, scrittrice e testimone della Shoah sopravvissuta ad Auschwitz

Meloni non può farci credere di aver sgomberato il campo dal fascismo senza togliere la sua connotazione simbolica, cioè la fiamma. Deve prendersi un impegno

Anna Cocchi, presidente Anpi Bologna